Terremoto, Marche: 39 Comuni delocalizzano 268 attività

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Continua l’opera della Regione Marche per la delocalizzazione delle attivita’ produttive, economiche e commerciali dei Comuni terremotati. Oggi – si apprende – e’ stata chiusa la programmazione delle attivita’ produttive di Camerino. Complessivamente i Comuni che hanno chiesto di delocalizzare sono 39: per sei di essi che hanno rinunciato sono state trovate soluzioni alternative (affitti e delocalizzazione in altri Comuni). Per i restanti 33 Comuni che hanno chiesto di delocalizzare l’attivita’ il quadro e’ il seguente: 13 hanno concluso il procedimento con la consegna dei moduli (Corridonia, Gualdo, Bolognola, Montemonaco, Castel di Lama, Montefortino, Pioraco, Smerillo, Tolentino, Valfornace. In modo parziale anche Fiastra, Montecavallo, Amandola e San Ginesio).

16 Comuni hanno avviato le procedure per la predisposizione dei moduli. Gli importi concessi dalla Regione quale base di gara sono: Amandola (199.500 euro), Arquata del Tronto (668.520 euro), Caldarola (313.250 euro), Camerino (3.200.000 euro), Cessapalombo (127.140 euro), Montecavallo (84.000 euro), Muccia (472.560 euro), Pievetorina (466.520 euro), San Ginesio (119.000 euro), Appignano del Tronto (10.500 euro), Castelsantangelo sul Nera (241.500 euro), Ussita (191.000 euro), San Severino Marche (63.000 euro), Penna San Giovanni (42.000 euro) e Sant’Angelo in Pontano (105.000 euro) per un totale di 6.403.490 euro.

In totale le attivita’ economiche da delocalizzare sono 268, divise tra Macerata 236, Fermo 6 e Ascoli Piceno 26. Ad oggi, con fondi pubblici e donazioni sono state delocalizzate 56 attivita’ produttive. I fondi a disposizione della Regione per la delocalizzazione ammontano a 10 milioni e mezzo di euro, ne sono gia’ stati spesi un milione e 200 mila. A Camerino, Castelsantangelo sul Nera, Ussita, Pievetorina, Muccia e Caldarola sono state avviate le procedure per la delocalizzazione, che dovrebbero concludersi in autunno. 

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