Vaccini, Bebe Vio: “Chiedo alla scienza, non al web”

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”Io mi sono informata dagli scienziati, sono andata alla fonte e ho capito che ci si deve fidare dei vaccini”. Sono le parole di Bebe Vio, la campionessa paralimpica diventata ormai una paladina delle vaccinazioni. È proprio lei ad aver spiegato di avere chiesto informazioni sul vaccino contro il meningococco direttamente a Rino Rappuoli, il ricercatore italiano che lo ha messo a punto e che lavora a Siena. ”Se hanno portato i vaccini a essere obbligatori vuol dire che c’era bisogno. Vuol dire che le persone non erano in grado di rendersene conto da sole. Faccio i complimenti al ministro della salute Lorenzin perché si sta dando tanto da fare ed è una battaglia che sta vincendo”.

”È facile leggere una informazione sul web ma serve chiedere a chi conosce davvero le cose, alle persone giuste” afferma. ‘‘Ho chiesto se ci fossero controindicazioni, che sono le cose che preoccupano di più le persone, e mi è stato risposto che ci può essere solo una piccola reazione nell’immediato ed è per questo che si resta una mezz’ora nello studio. Mi hanno spiegato che non esiste relazione con l’autismo, che è una malattia di cui non si sa l’origine ma certamente non è legata ai vaccini”.

Bebe replica anche a quanti ritengono che le vaccinazioni servano a rendere ricche le multinazionali. ”I margini di quadagno sono molto bassi per i vaccini – ha aggiunto – ci si riempie la bocca parlando delle multinazionali, è di moda farlo, ma queste guadagnerebbero molto di piu’ per le cure da fare alle persone che si ammalerebbero se i vaccini non esistessero”. E conclude: ”Io racconto sempre di essere felice anche cosi’, ho saputo reagire, ma quello che mi e’ successo ha provocato un dolore grandissimo ai miei genitori. Bisogna pensare che proteggersi aiuta anche ad evitare questa conseguenza. Una sofferenza che nessun genitore vorrebbe mai vivere’‘. 

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