Al Bambino Gesù 9.600 malati rari: 80mila al pronto soccorso

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“Ottantamila accessi al pronto soccorso, 27mila interventi chirurgici pediatrici, 9.600 piccoli pazienti rari seguiti e ben 1,7 milioni di visite ed esami, il cui numero e’ cresciuto di quasi il 50% negli ultimi 5 anni. Sono queste le cifre che fanno dell’Ospedale Bambino Gesu’ il piu‘ grande policlinico e centro di ricerca pediatrico in Europa, punto di riferimento per la salute di bambini provenienti da tutta Italia e dall’estero.” Le cifre sono contenute nella Relazione Annuale Sanitaria e Scientifica 2016 e sono state illustrate ieri presso la Pontificia Accademia delle Scienze.

In particolare solo “nel 2016 i ricoveri ordinari sono stati 26.947 e il 28% dei pazienti proveniva da fuori Regione, soprattutto Campania, Puglia e Calabria, mentre il 13,5% era di nazionalita’ straniera. Specializzato in casi di alta complessità, l’ospedale ha effettuato 2.095 interventi di chirurgia ambulatoriale, un numero quasi triplicato negli ultimi 5 anni. Unico in Europa a eseguire tutti i tipi di trapianto di organi e tessuti, ne ha effettuati in un anno ben 339, in particolare 167 di midollo, 12 di cuore e 9 con cuori artificiali.2

“I risultati clinici – spiegano – vanno di pari passo con quelli scientifici. Presso il nosocomio, fondato nel 1869 come prima struttura sanitaria pediatrica italiana e donato alla Santa Sede nel 1924, sono stati condotti in un solo anno 423 studi clinici con 5.300 pazienti arruolati. Grazie al contributo di 762 figure impegnate nella ricerca, puo’ vantare ben 628 pubblicazioni scientifiche nel solo 2016. Competenze e investimenti che hanno permesso di scoprire ben 10 nuove malattie rare precedentemente senza diagnosi. Ma accanto alla clinica e alla ricerca, non si tralascia l’importanza della persona: nell’ospedale sono attive 122 associazioni di volontariato e ben 3.700 famiglie sono state ospitate nelle 200 stanze messe a disposizione gratuitamente per i familiari dei pazienti che vengono da fuori Roma. Infine ben 3.300 i bimbi ricoverati hanno frequentato la “scuola in ospedale”, che puo’ contare su 48 docenti.”

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