L’aria fresca che nel weekend ha raggiunto le nostre regioni centro-meridionali, portando la benefica rinfrescata che ha scacciato via la gran calura africana dei giorni scorsi, ora tende ad espandersi verso est, dipanandosi in direzione dei Balcani e della Grecia, fin verso la Romania, la Bulgaria, e la Turchia occidentale. Queste masse di aria fresca, supportate nei bassi strati dall’attivazione di una ventilazione dai quadranti settentrionali, riusciranno a spazzare via l’aria molto calda che proprio fra sabato e domenica si era depositata nei bassi strati, soprattutto fra i Balcani, la Grecia, la Romania e la Bulgaria. Ma in questo caso il rimescolamento delle masse d’aria sarà tutt’altro che indolore visto la presenza di indici di instabilità a fondoscala, specialmente lungo il confine fra Romania e Bulgaria. L’aria più fresca avanzando a seguito del fronte freddo solleverà in maniera forzata verso l’alto l’aria molto calda e umida che nel frattempo si era isolata in prossimità del suolo, originando cosi intensi moti convettivi, con “updrafts” capaci di potersi spingere fino ad oltre i 12-13 km di altezza, sino al limite superiore della tropopausa dinamica.
Se a ciò aggiungiamo la presenza nei bassi strati di valori di “Cape” (Convective Available Potential Energy) elevatissimi, ben oltre la soglia dei 2500-3000 J/kg, la possibilità che si sviluppino fenomeni temporaleschi particolarmente violenti, magari accompagnati da fortissimi colpi di vento, grandinate dio media e grossa taglia e persino dalla formazione di eventuali tornado durante le fasi più estreme, diviene alquanto elevata. L’attivazione di una ventilazione da NE e N-NE nei bassi strati, fra il settore occidentale del mar Nero e le coste di Romania e Bulgaria, sarà in grado anche di spingere un gran quantitativo di umidità, esacerbando ulteriormente l’instabilità, come ben evidenziato dal “Cape” incredibilmente elevato. Difatti proprio in queste ore una serie di intensi sistemi temporaleschi a mesoscala sta flagellando diverse regioni fra Romania e Bulgaria, dove già vengono segnalati danni e disagi, a seguito degli allagamenti e di molti alberi sradicati dalle forti raffiche di vento che accompagnano il passaggio dei temporali più intensi.
Il grosso del maltempo nelle prossime ore colpirà le regioni della Bulgaria orientale e dell’est della Romania, quelle ancora non interessate dall’avanzata del fronte freddo ora posizionato sui Balcani orientali, dove già vige un’allerta meteo per il rischio di fenomeni temporaleschi estremi e possibili alluvioni lampo. Il quadro sinottico che si è appena delineato è quello ideale per la nascita di grossi ammassi “multicellulari” in grado di evolvere in intense “supercelle temporalesche”. Il passaggio nell’alta troposfera di un “Jet Streak” che dalla Grecia risalirà fino alla Bulgaria orientale, l’est della Romania e il sud-est della Moldavia, con massimi di velocità sui 130-140 km/h, incrementerà notevolmente il “wind shear verticale”, specialmente in quota, favorendo così la formazione di importanti moti rotatori all’interno dei cumulonembi più sviluppati (quelli che sfondano oltre i 12 km di altezza).
Questi forti moti rotatori orizzontali vengono poi assorbiti dalle forti correnti ascensionali presenti all’interno dei temporali. Tali rotazioni, pur venendo in parte assorbite dagli stessi moti convettivi che alimentano i cumulonembi, tendono a far roteare le correnti ascensionali, le quali tendono ulteriormente ad intensificarsi a seguito del passaggio in alta quota del “getto”. Quest’ultimo scorrendo ad altissima velocità in quota crea un vuoto d’aria, nell’alta troposfera, che viene progressivamente colmato dall’attivazione di intensi moti ascensionali che esacerbano l’attività convettiva e tendono a riempire il vuoto d’aria prodotto dal flusso stesso.
L’aria caldo e umida presente nei bassi strati, in prossimità del suolo, viene costretta a salire molto rapidamente verso l’alto, di continuo, generando violente correnti ascensionali che rendono i cumulonembi davvero imponenti. A ciò bisogna aggiungere l’instaurazione di un forte “gradiente termico”, tra la massa d’aria fredda in arrivo e quella caldo umida preesistente al suolo in fase di sollevamento, e da notevolissimi divari igrometrici tra la massa d’aria fredda in entrata, decisamente più secca, e quella calda in sollevamento, molto più umida. Durante tale processo l’”updraft” normale si trasforma in un “mesociclone”, alla cui base potrebbe comparire una minacciosa “Wall cloud” (nube a muro) dalla quale si possono sviluppare persino dei “tornado”, come quelli che si originano sopra le praterie statunitensi. Ma oltre a quello di possibili tornado un altro pericolo sarà rappresentato dal rischio di avere nuove intense grandinate, e soprattutto dalle forti raffiche di vento lineare, ben oltre i 100 km/h, che accompagneranno i fenomeni temporaleschi più intensi.
Dopo le elevate temperature dei giorni scorsi alcuni di questi temporali assumeranno carattere di moderata o forte intensità, usufruendo di tanto carburante (aria caldo umida stagnante nei bassi strati che alimenta potenti “updrafts”), dando la stura anche ad occasionali fenomeni grandinigeni, molto localizzati e di brevissima durata. In tale situazione, visto la presenza di un considerevole “gradiente termico”, sia verticale che orizzontale, all’interno delle zone temporalesche i fenomeni più violenti potrebbero essere provocati dai potenti “downburst” che s’innescheranno all’interno delle “cellule temporalesche” più mature. Il “downburst” è una forte corrente d’aria fredda discendente che si instaura all’interno di un sistema temporalesco che ha raggiunto la fase di maturazione, apportando forti rovesci di pioggia e anche grandinate. Il “downburst” corrisponde ad un forte “downdraft“, ovvero una colonna d’aria in rapida discesa che però incontra la superficie del suolo perpendicolarmente tendendo poi ad espandersi orizzontalmente (divergenza) in tutte le direzioni.
Molto spesso la violenta espansione, paragonabile ad un improvviso scoppio (burst), spesso produce un vortice rotante o un anello di vento entro il quale si generano dei flussi di vento lineare ad elevata velocità ma di opposte direzioni, con notevoli turbolenze e componente piuttosto irregolare e rafficata. Essi si formano a seguito dell’intenso scompenso che si crea all’interno del temporale (che sia una cella singola o un complesso sistema multicellulare) fra “updraft” (forte corrente ascendente che alimenta il cumulonembo) e “downdraft” (forte corrente discendente che si localizza nell’area delle precipitazioni) e nella maggioranza dai casi sorgono da nubi cariche di pioggia e forti rovesci, la cui temperatura è più bassa rispetto all’ambiente circostante. Si innesca cosi un “gradiente termico” che fa aumentare la pressione nella nube temporalesca, causando un conseguente “gradiente barico” fra la zona temporalesca e le aree circostanti.