Da quando, negli anni ’50, la plastica è entrata nella fase di produzione di massa, è stata un’escalation: ne è stata prodotta 9,1 miliardi di tonnellate nel mondo. La gran parte, oltretutto, è poi finita in discarica. Lo spiega uno studio pubblicato sulla rivista Science Advances, che si presenta come “la prima analisi globale di tutte le plastiche prodotte”.
La plastica viene usata principalmente per il confezionamento, il cui impiego è cresciuto a causa del passaggio mondiale dai contenitori riutilizzabili a quelli monouso. Come conseguenza, spiegano gli esperti dell’università della California, la percentuale di plastiche nei rifiuti solidi urbani dei Paesi a medio e alto reddito è passata dall’1% del 1960 ad oltre il 10% nel 2005.
Secondo l’indagine, sono circa 7 miliardi le tonnellate di rifiuti plastici generati al 2015. Di questi, il 9% è stato riciclato, il 12% incenerito e il 79% gettato in discarica o nell’ambiente. Il problema, evidenziano gli esperti, non è solo la plastica che si accumula ovunque, dagli oceani ai bordi delle strade e dei fiumi, e che non e’ biodegradabile: la plastica incenerita produce emissioni negative per l’ambiente e la salute, e riciclarla sposta solo in avanti, ma non risolve, il problema del suo smaltimento futuro, anche se può ridurre la nuova produzione. Se i trend attuali proseguiranno, oltre 13 miliardi di tonnellate di rifiuti plastici – avvertono i ricercatori – andranno a finire nelle discariche e nell’ambiente entro il 2050.