Sono passati 48 anni da quando Neil Armstrong sbarcò sulla Luna, era il 20 luglio 1969 ed fu il primo uomo della storia a compiere tale impresa. Una volta giunto lì, utilizzò una specie di ‘sacco‘ per raccogliere e conservare i primi campioni di rocce del satellite. Questo sacco è stato battuto all’asta a New York per 1,8 milioni di dollari da Sotheby’s.
La borsa, che era sull’Apollo 11, contiene ancora tracce di polvere lunare e un piccolo sassolino. L’acquirente è un anonimo che ne è entrato in possesso mediante un’offerta via telefono, mentre il precedente proprietario, un avvocato dell’Illinois, l’aveva comprata nel 1995 per 915 dollari ignorandone il valore.
Sotheby’s non è totalmente soddisfatta in quanto aveva stimato la borsa di Armstrong tra i 2 ed i 4 milioni di dollari, spiegando che si tratta dell’unico oggetto della missione Apollo 11 in mani private, mentre tutto il resto venne inviato dalla Nasa allo Smithsonian, il museo di Washington, inclusa la navicella di rientro.
Per errore infatti i magazzinieri della Nasa avevano dimenticato la borsa in una scatola al Johnson Space Center e lo staff la stava buttando quando un collezionista del Kansas, anche lui inconsapevole dell’effettiva origine, si fece avanti pensando che fosse solo un sacco con la scritta Nasa.
Quando l’Fbi arrestò il collezionista per furto, frode e riciclaggio di denaro sporco, come gli altri oggetti sequestrati, anche il ‘sacco’ di Armstrong venne battuto all’asta e ci vollero quattro tentativi prima che fosse acquistato nel 2015 dall’avvocato dell’Illinois per soli 915 dollari. A quel punto, notando la presenza di polvere all’interno, il legale la inviò alla Nasa per dei test che confermarono nel 2016 che si trattava di polvere lunare. La Nasa provò a rientrarne in possesso ma dopo un vertenza venne assegnata al legittimo acquirente. Una lezione per la Nasa su come tenere meglio in ordine i propri archivi e magazzini.