Dal 2005 l’Italia è il paese europeo col maggior numero di casi di virus del Nilo Occidentale variante 2 segnalati all’anno. L’infezione si espande infatti seguendo il corso del Po e dei suoi affluenti. Queste, in sintesi, le conclusioni di una ricerca dell’Università Statale di Milano che ricostruisce l’origine e le modalità di diffusione dell’epidemia del West Nile Virus-2 in Europa.
I risultati, pubblicati sulla rivista Plos One, spiegano come uomini, cavalli e altri mammiferi possono essere accidentalmente infettati da zanzare che in precendenza si sono nutrite col sangue di uccelli infetti. Questi ultimi sono infatti il vero serbatoio del virus. L’infezione umana nell’80% dei casi è asintomatica, tuttavia può causare febbre e (in circa un caso su 150) una meningo-encefalite frequentemente mortale, soprattutto nei pazienti anziani. Grazie alla caratterizzazione della sequenza di virus isolati in Italia e a competenze peculiari dell’Universita’ Statale di Milano nella ricostruzione su base filogenetica dell’origine e diffusione di patogeni emergenti, è stato possibile fornire informazioni utili a contrastare l’ulteriore diffusione dell’infezione.
Per la prevenzione della trasmissione trasfusionale di WNV in Italia dal 2008 è in atto un piano di sorveglianza nazionale, che prevede la ricerca sistematica, tra giugno e ottobre, del virus in campioni di zanzare e animali sentinella (uccelli e cavalli). “Dopo il suo ingresso in Ungheria nel 2004 – ha detto Zehender – si ipotizza che WNV-2 abbia raggiunto il nostro Paese intorno al 2008, quattro anni prima del suo primo isolamento in ospiti umani. Il luogo di ingresso e’ stato stimato in un’area compresa tra l’Adriatico e la valle centrale del Po. Da qui, il virus si sarebbe diffuso lungo l’asse del maggior fiume Italiano: verso Est raggiungendo il delta del Po e il Veneto e verso Ovest, penetrando in Lombardia e in Piemonte. Nella stagione passata (2016) l’epidemia sembra essersi diretta verso sud, lungo il corso dei principali affluenti del Po, frequente tappa di uccelli migratori, potenziali serbatoi dell’infezione mentre per la nuova stagione estivo-autunnale, appena iniziata, non si sono ancora palesate segnalazioni dagli animali sentinella”.