L’estate 2017 segna già due record negativi: è la più calda degli ultimi 10 anni, con 4 gradi oltre la media del periodo e un clima africano, ed è la più secca dell’ultimo decennio. L’allarme siccità di queste settimane, in realtà, non è altro che una logica conseguenza della vera e propria rivoluzione climatica di questi anni, con l’aumento allarmante delle temperature.
Il climatologo Giampiero Maracchi, già ordinario di climatologia a Firenze e presidente dell’Istituto di meteorologia del Cnr, attualmente presidente dell’Accademia dei Georgofili, non ha dubbi: “Il fenomeno – spiega all’AGI – ormai e’ strutturale, e peggiorera’ se non si interviene sui cambiamenti climatici in modo radicale”.
Una delle cause principali di questi mesi così afosi è una massa di aria dall’Equatore, la “Cella di Hadley”, chiamata così dal climatologo settecentesco che per primo la scoprì e la studiò. “C’e’ sempre stata – spiega Maracchi – ma fino a qualche anno fa scendeva sul nord Africa, ora invece l’acqua del mare e’ piu’ calda, scarica piu’ energia, e la massa e’ in grado di estendersi sul Mediterraneo, ricacciando verso nord l’alta pressione delle Azzorre. Risultato: 3 o 4 gradi in piu’ della media stagionale, con punte di 38-40 gradi invece dei consueti 34-35, e ovviamente siccita'”.
Si’, perche’ l’estate 2017 è la più secca del decennio, anche se a preoccupare il climatologo non e’ il dato di giugno e luglio: “La siccita’ estiva non e’ grave di per se’ – spiega – se non per far seccare qualche geranio… Il problema e’ che non piove piu’ quando dovrebbe, cioe’ in autunno e inverno. E’ in quei mesi, diciamo fino a marzo, che si rimpinguano le falde freatiche. Invece anche in quel periodo ormai piove solo in maniera concentrata: i primi dieci giorni di novembre dell’anno scorso ha fatto tutta la pioggia che in genere si produce in quattro mesi. E il terreno italiano non e’ in grado di assorbire piu’ di 3 o 4 millimetri di acqua all’ora: se in un’ora fanno 40 millimetri il grosso dell’acqua va in mare senza contribuire alle falde. Che rimangono asciutte, di qui la siccita’ estiva”.
Un’estate secca e torrida, ma che potrebbe riservare ancora delle sorprese: “Ad agosto mi aspetto che l’anticiclone dalla Libia si rompa, lasciando spazio a perturbazioni atlantiche e ad acquazzoni che potrebbero procurare anche qualche guaio”. Il quadro complessivo, insomma, non è roseo: “E peggiorerà– scandisce Maracchi – se non si corregge subito la rotta a livello globale. L’aumento delle temperature scatena reazioni a catena, di cui stiamo gia’ pagando lo scotto, ed e’ solo l’inizio”.