Siccità, i geologi del Lazio: “Attenzione ai prelievi abusivi dal Lago di Bracciano e da reti fatiscenti”

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La mancanza di piogge in primis, ma anche i prelievi abusivi e le reti idrauliche fatiscenti possono essere le cause dell’attuale situazione del Lago di Bracciano e della necessità di attuare un piano di razionamento della fornitura dell’acqua. “E’ necessario prima di tutto tenere conto del fatto che attualmente è un periodo di grande emergenza, di carattere eccezionale. E’ una siccità che perdura da mesi e i terreni sono talmente secchi da diventare impermeabili e per alimentare le falde acquifere c’è bisogno non tanto di una pioggia abbondante, ma di più piogge di modesta entità in un periodo di tempo più lungo”, ha detto all’Adnkronos Roberto Troncarelli, presidente dell’Ordine geologi del Lazio.

“Manca quindi l’acqua per i cittadini, manca l’acqua per gli agricoltori impegnati, in particolare vicino al Lago di Bracciano, nelle colture di nocciole – continua Troncarelli – Concordo nella necessità di un piano di razionamento che però, a mio avviso, doveva essere studiato per così dire ‘in tempo di pace’“.

“E’ importante evidenziare che le percentuali dei prelievi non sono e non possono essere del tutto precise, – spiega ancora Troncarelli – dato che non tengono conto dei prelievi abusivi, dei pozzi intorno al lago non denunciati, che non sono pochi e vanno a impoverire le falde che alimentano il bacino di Bracciano. Quindi ribadisco un quadro esatto dei prelievi è impossibile”.

“E qui entra in ballo la burocrazia perché l’iter per denunciare la creazione di un pozzo è talmente farraginosa, lunga e complicata che in tanti preferiscono farlo abusivamente. E i controlli che vengono effettuati non sono sufficienti – prosegue il presidente dell’Ordine Geologi del Lazio – Perciò senza l’esatta percentuale di prelievi non è neanche possibile fare un piano di razionamento, non si può decidere una regolamentazione senza avere numeri più precisi possibile”.

“C’è inoltre da tenere conto delle condizioni di conservazione della rete idraulica, degli impianti dove scorre l’acqua e arriva in città – sottolinea Troncarelli – Strutture fatiscenti con ingenti perdite di acqua, l’ultimo dato è che su 100 litri di acqua il 67% si perde per strada, lungo i condotti e i collettori in pessime condizioni”. “Credo sia necessario un piano a lungo termine, da studiare in tempi di non emergenza, come anche ad esempio stoccare grandi quantità d’acqua in serbatori sotterranei, – conclude – che durante l’inverno non determina sofferenza e sarebbe invece d’aiuto in tempi come questi di grande siccità”.

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