Trenord ai pendolari: “Le soppressioni sono dovute a caldo e vetustà mezzi”

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“Le soppressioni registrate nel 2017 sono state concentrate tra l’11 e il 25 giugno, nelle due settimane colpite dal caldo torrido e sulle linee dove circolano i treni più vecchi della flotta (…) Le flotte più moderne non hanno risentito di guasti significativi o bloccanti, se non in maniera ‘fisiologica’ (…) Va sottolineato che il raffronto con quanto accaduto nel dicembre 2012 (quando si paralizzò il servizio ferroviario lombardo) è assolutamente fuori luogo oltre che diffamante. Nonostante il picco di soppressioni rilevato nel giugno 2017, le stesse sono inferiori al numero di soppressioni del giugno 2016, con uno sciopero in entrambi i mesi dei due anni.”

E’ quanto ha replicato Trenord alla lettera del “Comitato viaggiatori e pendolari lombardi” indirizzata all’ad della società, Cinzia Farisè, al presidente di Regione Lombardia, Roberto Maroni, e all’assessore lombardo Alessandro Sorte, in cui si denunciava che nel giugno scorso c’era stato un “un tasso di soppressioni dei treni mai visti prima nella storia di Trenord, tranne che a dicembre 2012 quando il sistema collassò”.

Nella sua nota, Trenord ha poi precisato che “l’opportunità di sostituire con bus le corse che oggi trasportano meno di 50 clienti a treno su alcune linee lombarde durante il mese di luglio“, aveva l’obiettivo “di incrementare la soddisfazione dei nostri pochi clienti su quelle linee e di assicurare loro viaggi comodi su mezzi climatizzati“. Sempre in merito alle soppressioni di giugno dovute “al caldo combinato alla vetustà del materiale rotabile e al conseguente blocco repentino di numerosi mezzi datati”, Trenord ha sottolineato che “è totalmente errato attribuire le ragioni delle soppressioni alla riduzione del personale in nome del contenimento dei costi: proprio nel giugno 2017 Trenord ha assunto e messo in servizio 44 nuovi capitreno e nel frattempo continua l’implementazione del poderoso piano di assunzioni che prevede l’ingresso di circa 200 nuove risorse tra il 2017 e il primo semestre 2018”.

L’azienda ha quindi spiegato che “è altresì sbagliato parlare di inadeguata e insufficiente manutenzione” perché “mantenendo il trend del primo semestre, le ore/uomo totalizzate alla fine del 2017 dalla manutenzione Trenord saranno circa l’8,5 % in più rispetto a quelle del 2016, con l’attivazione di un nuovo deposito a pieno regime (Camnago), l’internalizzazione di attività manutentive ad alto contenuto specialistico, e l’attivazione di due nuovi cantieri esterni. Il tutto per far fronte a un volume di treni/km superiore dell’1% rispetto al 2016 e del 3% rispetto al 2015.”

Infine, per quanto riguarda “la vetustà del materiale rotabile, dalla seconda metà del 2014 a tutto il 2016 la flotta di Trenord si è arricchita di 58 treni nuovi e altri 18 treni sono stati o saranno immessi in servizio nel 2017”. “In totale 76 nuovi treni che hanno permesso, da un lato, di accantonare alcuni mezzi che circolavano da oltre 40 anni e, dall’altro, di aumentare la produzione giornaliera del 25% negli ultimi cinque anni rispondendo così alla sempre crescente domanda di mobilità ferroviaria in Lombardia” si legge ancora nella nota di risposta al Comitato pendolari, evidenziando che “a valle di questi arrivi, il 40% dei convogli di Trenord avrà ancora un’età media pari a 35 anni. Per ‘svecchiare’ ulteriormente la sua flotta Trenord ha allestito un massiccio piano di investimenti in nuovo materiale rotabile, condiviso con Regione Lombardia”.

 
 
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