“Le architetture di difesa della Repubblica di Venezia, sono opere di tipologia diversa – tra cui sistemi fortificati, città-fortezze, forti isolati – destinate a proteggere le attività commerciali sulla terraferma e in Adriatico vennero fatte tra il XV e il XVII secolo. Furono erette a livello transnazionale ed esteso oltre 1.000 km, formato da nove componenti (Bergamo, Peschiera del Garda, Palmanova e Venezia, Zara, Sebenico, Curzola, Castelnuovo e Cattaro) suddivise in tre stati (Italia, Croazia e Montenegro) affacciati sul mare Adriatico.
La selezione di questi luoghi riflette la storica suddivisione dei domini veneziani in Stato di Terra (Italia) e Stato di Mare (Croazia e Montenegro), affacciati sul Mare Adriatico un tempo noto come “Golfo di Venezia”. L’interesse principale di Venezia era infatti proteggere le sue navi commerciali e le sue colonie portuali, in particolare per il commercio con l’Oriente. I veneziani, con il nascere delle armi da fuoco, capirono che le mura medievali non avrebbero resistito ai colpi di artiglieria e, perciò vollero edificare nuove protezioni: i bastioni, ovvero colline di terra artificiali rivestite da pietra, molto più resistenti ai colpi di cannone. All’interno delle mura realizzarono basi militari, con uomini e armi che proteggevano i confini da attacchi e invasioni.”
“La forza, le gesta, la sapienza, la bellezza della Serenissima non hanno tempo” ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia sull’inclusione nella lista Unesco del patrimonio dell’Umanità delle Opere di Difesa Veneziane. “E’ – ha aggiunto – una storia che non conosce la parola fine, il fascino di un’ eredita’ incommensurabile i cui segni sono presenti entro e fuori i confini del Veneto, entro e fuori i confini dell’Italia“.