La Commissione nazionale per i diritti umani (NHRC) del Nepal ha invitato tutti a estendere l’assistenza umanitaria possibile alle aree colpite dal disastro in tutto il paese. ”Nei disastri indotti da Monson hanno perso la vita di 64 persone, 44 sono state ferite, 36 sono scomparse e circa 19.000 famiglie sono state sfollate”, ha dichiarato. Anche se il NHRC ha citato come 64 il numero totale di vittime, il Ministero della Casa ne ha confermato la morte di 49 in seguito alle inondazioni e frane scatenate dalle piogge incessanti da venerdì.
Secondo il ministero, circa 35.843 case sono state inondate, mentre 1.000 case sono state danneggiate nella regione Terai del Nepal. Il Ministero della Casa ha spiegato che oltre 11 distretti sono stati fortemente colpiti tra cui Jhapa, Morang, Sunsari, Saptari, Rautahat, Sarlahi, Dang e Banke. Massimo stato di attenzione per l’eventuale conseguenza di epidemie che potrebbero essere causate dall’acqua nelle aree colpite dalle inondazioni: la commissione ha pertanto invitato il governo a istituire campi medici temporanei per la protezione delle persone.
Ha inoltre invitato il governo e altre agenzie a svolgere operazioni di ricerca, salvataggio e soccorso per tutelare innanzitutto le donne in gravidanza, i bambini, i cittadini anziani e disabili. In risposta, il governo ha già mobilitato il Ministero della Salute: gli operatori sanitari si recheranno nelle zone colpite con farmaci e altri soccorsi.
Le agenzie di sicurezza, tra cui la polizia Nepal, l’esercito del Nepal e la polizia armata, sono attivi nei quartieri Terai per l’operazione di soccorso dalla giornata di sabato. Nel frattempo, una riunione d’emergenza guidata dal ministro della Casa Janardan Sharma, domenica, ha costituito un posto di comando centrale per intensificare le operazioni di salvataggio.