Negli ultimi mesi si è parlato diverse volte di ibernazione, sopratutto da quando una ragazza inglese malata terminale aveva chiesto di poter ricorrere a questa pratica. Si tratta di una tecnica della quale si conosce ancora poco, e molti sono i dubbi e le titubanze.
Dentro grandi cisterne verticali, chiamate tewar, che si trovano in lunghi stanzoni, vi sono i corpi umani sospesi a testa in giu’, immersi nell’azoto liquido a meno 196 gradi. Uomini e donne che hanno deciso di tentare di sfidare le leggi del tempo. Già circa 2mila persone hanno firmato il loro contratto ed aspettano di essere ibernate. Al momento i corpi che già hanno richiesto l’ibernazione sono circa duecento, compresi quelli di qualche italiano.
Si tratta di un fenomeno in diffusione: anche in Italia più di dieci persone hanno sottoscritto un documento per chiedere la crionica, ovvero la preservazione a basse temperature di esseri umani morti con la speranza di ripristinare in futuro le loro funzioni vitali.
I prezzi non sono certo irrisori: variano dai 28mila ai 150mila euro. Oltre alle due societa’ storiche degli Usa, la Alcor ed il Cryonic Institute, ne è nata di recente anche una in Russia, la Cryorus, ed in Europa l’Inghilterra e la Germania sono tra i Paesi con il maggiore seguito di ‘crionicisti’. Il tutto in attesa che “la scienza della rianimazione sia piu’ avanzata di oggi“, perche’ – secondo Max More, capo della Alcor, – le persone “che oggi soccombono ad una condizione fatale sono in effetti recuperabili. L’obiettivo e’ riuscire a preservarli per il futuro, quando una tecnologia piu’ avanzata sara’ in grado di riportarli in vita”.