Nubifragio a Cortina, parla il geologo: “La frana montana è un fenomeno normale, bisogna mettere in sicurezza le montagne”

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“L’unico sistema per mettere in sicurezza le aree di montagna sarebbe quello di radere al suolo le montagne”. E’ il commento di Matteo Isotton, geologo bellunese con una lunga esperienza di interventi su eventi franosi nella provincia, con riguardo alla tragedia di Cortina d’Ampezzo dove una donna e’ morta travolta nella sua automobile da una frana distaccata da un pendio a causa di una precipitazione piovosa intensa.

“Quello delle ultime ore – aggiunge Isotton – e’ un fenomeno del tutto naturale al quale si deve la formazione stessa delle valli e dei ghiaioni. Nella zona di Cortina, lungo l’asse del Boite gli eventi di questo genere sono peraltro piu’ frequenti che altrove e la conformazione fisica della zona fa si’ che, in caso di precipitazioni violente, grandi quantita’ d’acqua siano convogliate molto velocemente in pochi punti”.

Il geologo distingue tuttavia zone piu’ propedeutiche alla formazione di colate detritiche, come quella di Aquabona, lungo la strada statale “Alemagna”, sempre alle porte di Cortina, da altre nelle quali l’aspettativa appare piu’ remota perche’ da molti decenni non si registrano dinamiche franose. “Ma ragionando sul ‘non e’ mai successo nulla’ – dice Isotton – nemmeno la tragedia di Rigopiano sarebbe mai dovuta accadere. Eppure basta studiare la geomorfologia anche attraverso un semplice sguardo alle mappe di Google per capire come, prima o dopo, in certe aree il cedimento di superfici inclinate deve per forza accadere”.

Per quanto riguarda il bellunese, secondo Isotton, e’ una provincia dove manca una cartografia geologica completa. “Occorre aumentare la consapevolezza di questo limite cosi’ come la cultura della prevenzione. Intervenire con sistemi di protezione e sottopassi laddove le probabilita’ di frane siano piu’ evidenti si puo’ – conclude – fermo restando che massi, detriti e fango continueranno a cadere verso valle fino a quando esisteranno le montagne”.

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