Siccità, crisi in Sardegna: alle richieste dell’agricoltura si aggiungono quelle dei Centri Turistici

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Alla grave siccità che sta colpendo la Sardegna si deve aggiungere l’enorme richiesta d’acqua per il turismo: impianti e reti – si apprende  – sono portati al massimo delle loro potenzialità per garantire l’acqua ai sardi e ai turisti, un superlavoro per i tecnici di Abbanoa, l’ente unico gestore delle acque nell’Isola, che presidiano giorno e notte ‘‘un sistema inadeguato, con il 60% delle reti e degli impianti che ha più di 40 anni e che Abbanoa con investimenti strutturali, manutenzioni ordinarie e straordinarie, sta progressivamente migliorando”.

Secondo i dati elaborati dall’Agenzia regionale del Distretto idrografico della Sardegna, al 31 luglio 2017 erano presenti nel sistema degli invasi di tutta l’Isola un miliardo e 66milioni di metri cubi d’acqua, pari a circa il 60% della capacità complessiva autorizzata. Per far fronte alla grave crisi la Regione sarda ha attivato, tramite la Protezione civile, un piano di soccorso per le emergenze dovute alla carenza d’acqua nelle aziende zootecniche dell’Isola.

Il supporto è fornito grazie alla collaborazione del Sistema di protezione civile che con i mezzi e il personale dell’Agenzia Forestas e le Organizzazioni di volontariato, con le proprie autobotti e previa richiesta facilitata dal sistema informatico di Protezione civile che ciascun Comune ha a disposizione per la sala operativa regionale integrata, si attiveranno nel trasportare l’acqua nelle aziende.

Date le condizioni di emergenza, spiegano, Abbanoa sta facendo fronte all’emergenza grazie ad programmazione degli interventi che ha interessato, nel corso dell’inverno, gli impianti e le reti. Il dato di partenza del sistema sardo ”presenta criticità degli impianti di potabilizzazione (oltre 40) e depurazione (oltre 350) e dei sollevamenti idrici e fognari”, spiega Abbanoa.

A questo di aggiunge ”l’inadeguatezza delle infrastrutture di adduzione, le ridotte fonti di approvvigionamento (l’85% della risorsa proviene da invasi artificiali, ma la siccità interessa sempre di più anche le fonti locali, usate per il 15%) ed un elevato livello di perdite idriche (55% contro una media nazionale del 36%), che sono la vera emergenza”.

In Gallura è l’impianto dell’Agnata a fare la differenza. Il potabilizzatore che alimenta Olbia, Arzachena, Golfo Aranci, Loiri Porto San Paolo, Luogosanto, Monti, Sant’Antonio, e Telti ha registrato un aumento del 10% passando da una produzione che in agosto 2016 si attestava a 1.160 litri al secondo fino agli attuali 1.275 litri al secondo.

Guardando al Sud Sardegna la produzione dell’impianto di Sarroch che serve anche Villa San Pietro, Pula e la fascia costiera fino a Chia, è passato dai 180 litri al secondo del 2016 ai 195 di questo agosto. Carloforte, Calasetta e Sant’Antioco si confermano località ad domanda crescente: l’impianto di Bau Pressiu (che alimenta tutto il Sulcis) è passato da una produzione di 289 a 315 litri al secondo.

Significativo l’andamento dei consumi a Posada, la cui produzione (impianto fresco di importanti lavori di efficientamento) è passata da appena 19 litri al secondo a 30 litri al secondo con uno sforzo enorme da parte di Abbanoa a causa della scarsissima qualità dell’acqua in arrivo dall’invaso del Maccheronis. Aumento anche per Taddore, che rifornisce di acqua anche una delle località entrate nel top delle scelte turistiche della stagione 2017, Orosei: la produzione è passata da 137 a 143 litri al secondo.

Crescita delle portate di acqua erogata dal potabilizzatore di Tortolì, la cui area di competenza registra un aumento dei consumi (da 53 litri al secondo si è passati a 65,5). L’aumento delle temperature ha fatto impennare i consumi anche nei centri dell’interno della Sardegna. Marcia a pieno ritmo l’impianto di Janna ‘e Ferru, al servizio di Nuoro e dei centri del nuorese, che in agosto è passato da una produzione di 342 litri al secondo ai 380 litri al secondo attuali. Sempre tra gli impianti dell’area Centro, il potabilizzatore di Sos Canales (Alà dei sardi, Buddusò, Bitti, Onanì, Lula, Orune, Lodé, Osidda, Nule, Benetutti, Bultei, Anela, Bono, Bottida, Burgos, Esporlatu) è passato da 84 a 100 litri al secondo.

La produzione dell’acqua potabile – fa sapere Abbanoa – è ottenuta dal trattamento nella quasi totalità di acque di invasi, pertanto risente di diversi fattori legati sia alle oscillazioni della richiesta nell’arco dell’anno e sia alle variazioni climatiche: la stagione siccitosa che ha interessato anche la Sardegna ha innescato una vera emergenza sul fronte della qualità dell’acqua. In questo momento la risorsa in arrivo agli impianti necessita di trattamenti spinti e attenzione fuori dai normali standard”.

Intanto, su richiesta dei Consorzi di Bonifica della Nurra e del Nord Sardegna il Comitato istituzionale dell’Autorità di Bacino ha approvato l’integrazione di nuove risorse idriche destinate a sopperire le criticità nelle aziende agro-zootecniche a causa dello straordinario andamento climatico in corso, così da garantire un ulteriore quantitativo d’acqua per limitare le perdite di produzione dovute alla siccità.

È stata rimodulata la dotazione idrica del Consorzio di Bonifica della Nurra, a cui erano stati destinati nei mesi scorsi già 25milioni di metri cubi d’acqua (20 dal sistema idrico multisettoriale e 5 dai pozzi della Nurra), con un nuovo trasferimento di 500mila metri cubi dall’invaso di Monte Leone Roccadoria verso quello del Cuga. La dotazione idrica a favore del Consorzio di Bonifica del Nord Sardegna è stata rimodulata con un’integrazione di altri 6milioni di metri cubi d’acqua che si sommano ai 22milioni già assegnati nei mesi scorsi: 15milioni di metri cubi sono stati dirottati dall’invaso del Monte Lerno di Pattada e 7milioni dal quello del Coghinas. Le risorse aggiuntive vengono per 3milioni di metri cubi dalla diga di Monte Lerno e altri 3 da quella del Coghinas.

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