“Nessun allarmismo ma informazione ancorata al metodo scientifico e per promuovere azioni concrete di uso sostenibile dell’acqua in agricoltura.” A sottolinearlo è la Società Italiana di Agronomia in merito alle notizie sulla siccità in Italia nel contesto dei cambiamenti climatici globali.
“Oggi a qualsiasi latitudine si praticano irrigazioni con metodi di distribuzione dell’acqua ad alta efficienza (a micro-portata) e con programmazione in base alla fisiologia della coltura, alla disponibilità di acqua nel terreno e alle previsioni meteorologiche a breve termine.”
“In alcuni sistemi colturali, quello a riso per esempio, si apportano volumi idrici superiori ai fabbisogni delle colture (misurati dalla cosiddetta evapotraspirazione), -spiegano gli esperti- ma la sommersione del riso restituisce a valle gran parte dell’acqua infiltrata nelle risaie, garantisce un apporto regolare di acqua in un territorio molto ampio e svolge positive funzioni ecosistemiche che stabilizzano il ciclo idrologico dell’acqua.”
“In alcuni casi i sistemi colturali ricorrono solo a quella che l’Agronomia definisce “irrigazione di soccorso”, un intervento irriguo volto a ridurre il rischio di compromettere il raccolto dell’annata in corso, o l’impianto stesso di colture perenni (frutteti, oliveti, vigneti). In viticoltura, ad esempio, i disciplinari di produzione, anche per grandi vini, possono prevedere il ricorso all’irrigazione, non per aumentare la produzione di uva, ma per standardizzare la resa tra anni o per evitare il collasso del vigneto.”