Nuovo commissario e governance con Regioni e Comuni protagonisti. Ufficializzato l’imminente addio di Vasco Errani alla carica di commissario per la ricostruzione post sisma, Paolo Gentiloni prova a mettere ordine nella ridda di voci e retroscena circolate attorno all’avvicendamento. Intanto la successione: dopo Errani sara’ nominato un nuovo commissario. E questo, riferiscono fonti di governo, dovrebbe avvenire lo stesso 9 settembre, giorno dell’addio dell’ex presidente della Regione Emilia Romagna. Gentiloni lo dice a chiare lettere, rispondendo ai giornalisti che nel corso della conferenza stampa convocata per fare il punto sullo stato dei lavori a un anno dal Terremoto in Centro Italia: “Ci sara’ un nuovo commissario” e questo coordinera’ la cabina di regia nella quale continueranno a sedere i presidenti delle quattro Regioni colpite dal Terremoto della notte tra il 23 e il 24 agosto 2016. Proprio sul ruolo dei presidenti delle regioni, Paolo Gentiloni si e’ soffermato durante la conferenza stampa a Palazzo Chigi, seguita ad una riunione operativa. “L’assetto della governance” per la ricostruzione post Terremoto “e’ regolato dalla legge. Ragioneremo nelle prossime settimane sulla evoluzione di questo assetto. Stiamo entrando nella fase della ricostruzione che deve vedere il protagonismo piu’ netto dei territori, sia a livello regionale sia locale. Non accadra’ domani mattina anche perche’ ci vuole una legge”, ha spiegato il presidente del Consiglio. Nessun attrito tra commissario e premier, assicura Gentiloni. Alla base dell’addio di Errani c’e’ “una decisione presa da tempo”. Inoltre, come ha spiegato lo steso Errani, la scelta di non rinnovare il contratto dopo il 9 settembre e’ stata “chiara e condivisa”. Anche perche’ il commissario in carica considera “conclusa la sua missione con la predisposizione dell’impianto della ricostruzione. Ora e’ la filiera del territorio che deve assumere la guida del processo. L’impianto che lasciamo lo consente. Non ci sono retroscena, non c’e’ stata una discussione fra di noi. Ho visto che ci sono state altre interpretazioni, ne prendo atto. Ma sono assolutamente sereno”, ha aggiunto riferendosi alle voci che lo vogliono pronto a candidarsi con Articolo 1 – Mdp, al fianco di Pierluigi Bersani, di cui e’ da sempre considerato braccio destro. “Non fa parte della mia storia fare questo per le poltrone, figurarsi se a 62 anni mi metto a fare questi ragionamenti”, e’ la chiosa di Errani. Nonostante il tentativo di fare chiarezza a Palazzo Chigi, le polemiche politiche non accennano a placarsi. Il Movimento 5 Stelle parla di governo “completamente inadeguato” a fare fronte alle necessita’ dei territori colpiti dal sisma e a dimostrarlo sarebbe proprio il “passo indietro di Errani”. Passo che, per i pentastellati, “non puo’ definirsi previsto. E’ un fallimento di Renzi e del suo successore a Palazzo Chigi. Oggi si parla di fase due solo perche’ la fase uno non e’ mai cominciata”. Dura anche Forza Italia che con la vice capogruppo alla Camera, Maria Grazia Gelmini, sottolinea: “le dimissioni del commissario Errani parlano di un fallimento annunciato. Occorre cambiare passo, mettendo in campo azioni tangibili che facciano sentire, concretamente, ai territori colpiti la vicinanza dello Stato”.