La presidente della Regione Umbria Catiuscia Marini, nel corso del consiglio comunale aperto a Norcia, ha spiegato i motivi alla base dei tempi, considerati lunghi, per la rimozione delle macerie e l’arrivo delle soluzioni abitative di emergenza. “Lamentano ritardi – ha affermato – ma il lavoro nelle aree pubbliche e di proprieta’ pubblica c’e’ stato, altrimenti le zone rosse non si sarebbero ridotte. Ma non basta una ruspa che le va a caricare. Per quelle private, di proprieta’ dei cittadini, esistono delle ordinanze: saranno oggetto di una condivisione con loro. Saranno riciclate e centrali per la qualita’ e la tipologia della ricostruzione”.
Sulle casette, invece, la Marini ha giustificato la scelta delle Sae nel cratere: “Potevamo scegliere di dare rapidamente 800 alloggi in case disponibili in questa regione ai nuclei familiari che li avevano richiesti, ma questo avrebbe significato rescindere le radici in un territorio gia’ difficile come l’Appennino, avrebbe favorito lo spopolamento”, ha detto spiegando che “non ci abbiamo messo 8 mesi per mettere 130 casette ma per fare lavori, piani di urbanizzazione, preparazione del territorio. Le regole di ingaggio pubbliche – ha aggiunto il presidente della Regione – devono per forza essere diverse da quelle private e richiedono tempi lunghi, ma noi siamo convinti che abbiamo fatto la scelta migliore per le famiglie che a poco a poco potranno ritornare tutte nella propria terra”.