“In questo fine settimana, nonostante le emergenze ambientali (siccità ed incendi) che sono sotto gli occhi di tutti, la Regione Calabria ha sconsideratamente autorizzato la pre-apertura della caccia, dando inizio alla stagione venatoria più lunga degli ultimi decenni. Infatti i cacciatori calabresi potranno sparare fino al 10 febbraio, dunque hanno cominciato per primi e finiranno per ultimi in Italia. In tal modo la nostra Regione, nel confermare che la sua politica di gestione della fauna non è improntata alla salvaguardia degli interessi generali ma a quelli di una sola categoria, ha disatteso ben tre pareri dell’ISPRA, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale“. Lo affermano in una nota i volontari del CABS.
“In una situazione di estremo degrado a causa degli incendi che hanno distrutto migliaia di ettari di bosco e macchia, nella generalizzata carenza di controlli ed in assenza di specie cacciabili, i bracconieri reggini si sono accaniti contro specie di uccelli nei cui confronti l’attività venatoria non era consentita, come Quaglie, Tortore dal collare e Piccioni domestici, abbattendone a centinaia”.
“Non avevano però fatto i conti con la presenza sul territorio di alcune squadre di volontari del CABS in specifica attività antibracconaggio: appostandosi prevalentemente lungo i corsi delle fiumare, dove maggiore era la presenza di Tortore dal collare, sono riusciti ad effettuare diversi filmati che documentavano cinque casi di abbattimento di specie protette mentre venivano riposte in buste strapiene di uccelli e l’uso illecito di armi da fuoco. Oltre ad effettuare le riprese i volontari hanno immediatamente provveduto a segnalare i casi di bracconaggio ai numeri di emergenza dei Carabinieri Forestali e dell’Arma dei Carabinieri, che sono prontamente intervenuti. Tutti i filmati concernenti i casi di bracconaggio sono stati depositati per le indagini del caso presso il Comando Carabinieri Forestali competente, che il CABS ringrazia per la collaborazione prestata. L’alto tasso di illegalità venatoria esistente nella nostra provincia veniva dimostrato, nella giornata di sabato, anche dalla denuncia di due cacciatori reggini mentre si trovavano in “trasferta” in un’area protetta di Agrigento”.
“Purtroppo da registrarsi, oltre a questo gravissimo e generalizzato stato di illegalità, anche l’abbattimento di uccelli rapaci, specie preziose per il nostro ecosistema, uccise senza alcuno scopo, per pura ignoranza. Tra l’altro di un esemplare adulto di Falco Pellegrino, fatto trovare morente domenica da ignoti vicino al Centro Recupero Tartarughe Marine di Brancaleone. I volontari del centro non hanno potuto far altro che constatarne la morte. Il magnifico esemplare presentava gravi ferite ad un occhio e ad una zampa. Sottoposto a radiografia è stata riscontrata la presenza nel corpo di cinque pallini da caccia”.
“Infine un giovane Fenicottero è stato rinvenuto a Palmi dalle Guardie ANPANA. Com’era avvenuto qualche giorno fa per quello ritrovato sulla spiaggia di Punta Pellaro, è stato trasportato subito al CRAS di Messina per le cure del caso. Il CABS inoltrerà nei prossimi giorni specifica segnalazione al Prefetto di Reggio Calabria, denunciando questo insostenibile stato di cose. La richiesta è che possa assumere, in qualità di rappresentante del Governo e di garante dell’osservanza delle leggi sul territorio provinciale, iniziative di carattere straordinario affinchè le Forze dell’Ordine realizzino finalmente controlli sistematici e soprattutto efficaci sull’attività venatoria”.