Maltempo, Galletti: “E’ necessario un centro meteorologico nazionale”

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Venti sistemi meteo regionali “sono un errore, hanno una governance che non funziona”; piuttosto “serve un centro meteo nazionale”, ma per istituirlo tocca “cambiare il titolo V della Costituzione, e serve farlo il prima possibile”. A dirlo e’ il ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti secondo cui la meteorologia affidata alle Regioni “e’ un errore grave, da segno rosso” invece un centro meteo nazionale “con delle linee guida nazionali rafforzerebbe il sistema”.

In Europa, solo Italia e Grecia non ne hanno uno nazionale civile. Dopo la tragedia di Livorno, ma piu’ in generale “per portare avanti la lotta ai cambiamenti climatici – ha detto il ministro, abbiamo bisogno di centralizzare gran parte di quei poteri che oggi sono affidati ai Comuni e alle Regioni”. E’ un vecchio problema, ha aggiunto Galletti ricordando che al Senato c’e’ “un emendamento al recepimento di un trattato internazionale con i paesi che partecipano al consorzio del Centro data meteo europeo”, per dare allo Stato un ruolo di coordinamento.

Quel centro data per la parte informatica avra’ sede a Bologna e partira’ nel 2019 e il ministro invoca che quello “deve essere il momento in cui mettiamo insieme tutte le risorse delle varie regioni sulla meteorologia, per costituire almeno una casa comune. Quello puo’ essere lo strumento per poter incentivare il servizio meteo nazionale in Italia”. Una proposta di legge per regolamentare le informazioni meteorologiche e’ stata presentata l’anno scorso (primo firmatario il deputato Pd, Tiziano Arlotti) e prevede presso il Dipartimento della Protezione Civile il Servizio meteorologico nazionale distribuito (Smnd), con totale autonomia.

Fra i compiti: elaborare analisi e previsioni su diverse scale spaziali e temporali, bollettini giornalieri, mensili e stagionali, diffondere una informazione omogenea per aumentare anche la qualita’ della previsione meteorologica complessiva utile a vari settori: agricoltura, turismo montano e marino, energia (produzione e consumo), alla gestione delle risorse idriche e alla prevenzione del rischio climatico.

Il ministro, nel rivolgere un appello a sindaci “alla corretta manutenzione ordinaria di tombini, fiumi, e messa in sicurezza delle citta'”, ha sollecitato le Regioni “ad uno sforzo eccezionale per spendere presto i soldi che il governo ha messo loro a disposizione contro il dissesto idrogeologico. Al momento con un Dpcm per le aree metropolitane risulta finanziato un primo stralcio per 650 milioni per 33 interventi per la messa in sicurezza delle citta’ in alcune regioni (Abruzzo, Emilia Romagna, Liguria, Lombardia, Sardegna, Toscana e Veneto).

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