“L’ondata di maltempo, che ha colpito nella giornata di domenica la nostra regione, purtroppo non mi sorprende. Una realtà allarmante le cui responsabilità in gran parte devono essere collegate a scelte pianificatorie discutibili, che hanno comportato una urbanizzazione innaturale, spesso in spregio a ogni regola di buonsenso”.
Così in una nota il presidente dei Geologi Lazio, Roberto Troncarelli. “Noi, come Ordine, non abbiamo mai perso occasione di denunciare, a tutti i livelli istituzionali, questa cattiva gestione del territorio, e le inottemperanze delle amministrazioni preposte contro il dissesto idrogeologico. Ma, al contempo, siamo sempre stati, e continuiamo ad esserlo, ferventi sostenitori di una politica preventiva che sinora è purtroppo mancata e che, cosa ancor più grave, si unisce alla carente educazione della popolazione residente, ancora troppo poco sensibile alla conoscenza di certi rischi – afferma ancora Troncarelli – Pur non sottovalutando la portata eccezionale dell’evento, questo non può giustificare la mole di allagamenti, disagi e disservizi, verificati nel territorio di Roma e, più in generale, della nostra Regione.
Siamo sempre lì, gli enti preposti non sono in grado di attuare politiche territoriali mirate e di ampio respiro, atte alla prevenzione del rischio idrogeologico, preferendo al contempo chiudere gli occhi di fronte all’incessante cementificazione e al consumo di suolo, che hanno sottratto grandi superfici all’assorbimento delle acque. Passata l’emergenza, infatti, si riprende a costruire come sempre, senza considerare che l’impermeabilizzazione del suolo e le canalizzazioni che prevede ogni espansione urbanistica, non fanno altro che accrescere il quantitativo d’acqua da smaltire, sempre negli stessi corsi d’acqua, che a volte presentano anche restringimenti dovuti a costruzioni, rifiuti o vegetazione.
L’Ordine dei Geologi del Lazio non si rassegna e denuncia con forza la cattiva gestione del territorio da parte delle istituzioni e la mancata preparazione delle comunità nei riguardi del rischio idrogeologico. Altro punto focale per la tutela del territorio, non a caso, è proprio la consapevolezza da parte della collettività dei rischi idrogeologici, “ancora troppo carente, soprattutto se si considera che nella Regione Lazio 372 comuni, il 98% del totale, presentano almeno un’area a rischio di frana o di esondazione, in cui è a repentaglio la vita umana e più di 350mila cittadini vivono in aree potenzialmente a rischio idrogeologico. Occorre creare un’opinione pubblica informata”. r