Un’emergenza nell’emergenza quella che si sta consumando anche al cimitero dell’Ardenza a Livorno da dove il presidente del Consorzio che lo gestisce, Stefano Masini, lancia un appello a quanti hanno i familiari sepolti qui “a non cercare di entrare all’interno perche’ non ci sono le condizioni di sicurezza”.
Masini e’ “disperato” perche’ domenica mattina c’era oltre un metro e mezzo d’acqua e ora ci sono 30 centimetri di fango, in alcuni punti anche di piu'”. L’unica cosa positiva e’ che non ci sono tombe scoperte, “solo le sepolture piu’ recenti non hanno retto e si sono abbassate. Ma niente di particolare e’ visibile. Solo tanto fango”.
Nel cimitero, dove ci sono 12/15 mila sepolture, l’acqua dei torrenti e delle fogne, “insieme a tanti detriti, e’ entrata anche attraverso una breccia che si e’ aperta nel muro di cinta, la stessa da dove ora in tanti provano a passare nonostante abbiamo messo del nastro. E’ pericoloso”, dice ancora il presidente che fino a ieri pomeriggio non aveva avuto aiuti dalla protezione civile che, invece, stamani si e’ presentata e ha iniziato a lavorare con le idrovore.
Nessuno del Comune “ma e’ normale vista la situazione. Forse, con una battuta tipica livornese, mi viene da pensare che, anche giustamente, pensano che i morti tanto sono morti”. “I danni sono incalcolabili – conclude Masini – abbiamo perso anche tutti gli archivi: alcune schede le ho trovate al distributore che e’ di la’ dalla strada. Ma l’importante ora e’ cercare di rimettere in sicurezza la struttura. Fino a quel momento bisogna evitare che la persone entrino nel cimitero”.