Sostenibilità, Descalzi: “Cambiare il modello di sviluppo”

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Il motivo delle diseguaglianze che ci sono nel mondo in termini di sviluppo non e’ dello sviluppo stesso ma dell’uomo e delle sue scelte. L’obiettivo ultimo deve quindi essere la creazione di un valore diffuso e non esclusivamente del profitto. Lo ha affermato l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi, intervenendo ad Assisi al ‘Cortile di Francesco’.

Parlando della rivoluzione 4.0 e di come digitalizzazione e informatizzazione possano contribuire a un maggior benessere e progresso a livello globale, il manager ha spiegato che “lo sviluppo e’ sempre positivo. In passato pero’ ha portato a un ampliamento del gap tra chi ha e chi non ha. Noi viviamo in un paese Ocse che rappresenta circa un 15-17% della popolazione mondiale. Poi ci sono gli altri che rappresentano l’80% che sono stati lasciati indietro dalle ultime due ‘rivoluzioni’. Abbiamo ad esempio i due terzi della popolazione africana che non ha elettricita'”, ha ricordato Descalzi.

“Allora uno puo’ dire: lo sviluppo non va bene perche’ lascia indietro la gente. Bisogna riflettere e rendersi conto che, forse, non e’ lo strumento a non andare bene ma e’ chi lo usa che non lo sta utilizzando bene. Quindi non e’ lo sviluppo a essere sbagliato ma come esso e’ stato utilizzato dall’uomo”, ha aggiunto l’ad di Eni.

“C’e’ un recente studio del Wef (World economic forum) che dice che l’informatizzazione viene sfruttata meglio dai paesi piu’ sviluppati e quindi questo gap si allarghera'”. Ma la strada, ha indicato Descalzi, deve essere quella contraria che porta a una riduzione del gap stesso. Sempre lo stesso studio dice che una maggiore efficienza energetica permettera’ una riduzione della Co2 immessa in atmosfera di 12 miliardi di tonnellate.

“Oggi il settore energetico – ha detto l’ad di Eni – immette nell’atmosfera 32 miliardi di tonnellate all’anno. Questi 12 miliardi in meno dipendono dall’informatizzazione, dall’efficienza, dal controllo dei processi. Per centrare gli obiettivi della Cop 21 bisognerebbe portare le emissioni di Co2 da 32 miliardi a circa 20 miliardi. Guarda caso la rivoluzione 4.0 porta proprio a questi benefici. Sempre secondo lo studio del Wef tra gli effetti della rivoluzione digitale in 10 anni ci sono 100 trilioni di dollari. Una cosa fantastica. Ma a chi andranno questi soldi?”.

 “Il fatto che oggi milioni di persone dall’Africa si muovano verso l’Europa vuol dire che non abbiamo fatto molto bene in passato. Perche’ significa che questi soldi si sono concentrati solo su alcune teste, le nostre, sul 20% della popolazione che diventa sempre piu’ ricco. Questi 100 trilioni di dollari invece possono rappresentare la soluzione se utiluzzati bene. E per essere utilizzati bene devono essere reinvestiti”, ha detto Descalzi.

“Questo significa – ha proseguito – passare dal concetto del profitto, che ha corroso la mentalita’ occidentale e creato il divario tra occidente e resto del mondo, al concetto del valore. Queste evoluzioni hanno in pancia la possibilita’ di creare valore ma non deve essere trasformato in profitto di pochi ma deve essere distribuito. Dobbiamo aiutare gli altri”, ha evidenziato. Il manager ha poi parlato dell’esperienza di Eni in questo senso.

“Abbiamo fatto tantissimo sotto questo punto di vista. Puntiamo al valore, alla diversificazione. Abbiamo investito tantissimo per creare una crescita nell’agricoltura o nella santita’ in tantissimi paesi africani. Abbiamo budget importantissimi, di centinaia di milioni, in attivita’ che non c’entrano niente con l’oil&gas. Questo vuol dire fare meno profitti ma noi puntiamo a essere credibili. Lavoriamo all’accesso all’energia. Siamo gli unici che invece di vendere il gas fuori dai paesi dove lo produciamo, lo lasciamo la’, nei paesi stessi. Investiamo nelle centrali elettriche e diamo energia. Utilizziamo il gas dell’Africa per l’Africa a favore di circa 18 milioni di persone. Queste cose ci hanno reso credibili e ci hanno fatto crescere. In questo modo mentre crei valore per chi ti sta accogliendo, crei valore anche per la societa’. E’ una goccia nell’oceano ma e’ una strada”, ha concluso Descalzi.

 

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