Si aggrava il bilancio delle vittime del passaggio devastante dell’uragano Irma in Usa: 12 i morti solo in Florida, ma almeno 22 in tutti gli Stati Uniti. Adesso si lavora per tornare alla normalità. Con venti fino a 215 km/orari e violenti piogge, Irma, il primo uragano di categoria 4 ad abbattersi sulla Florida dopo il 2004, ha lasciato danni notevoli nelle isole Keys, dove l’85% delle case sono andate distrutte totalmente o parzialmente.
Giovedi’ nel ‘Sunshine State’ dovrebbe arrivare il presidente americano, Donald Trump, accompagnato dalla moglie Melania. E adesso si pensa alla ripresa: coloro che erano fuggiti iniziano a tornare, ma riconoscono a stento la loro patria. Il paesaggio risulta desolante: alberi caduti, strade bloccate, tetti divelti.
I disagi continuano: più di un 40% della Florida è ancora priva di elettricità e di conseguenza impossibilitato ad usare l’aria condizionata, le lavanderie, i frigoriferi, non si ricaricano i cellulari. Nella serata di martedì l’elettricità era tornata a poco più di 2 milioni di persone sui 6,5 milioni che ne erano privi 24 ore prima: al momento la società si sta concentrando soprattutto su scuole, ospedali e infrastrutture primarie, per cui la maggior parte degli utenti dovranno aspettare diversi giorni prima di tornare ad avere la luce elettrica. E la vita ritorna lentamente alla normalità.
Tutti i 42 ponti di collegamento tra la terraferma e le isole Keys sono stati ispezionati e giudicati sicuri. Gli aeroporti di Miami e Fort Lauderdale hanno riaperto martedi’, ma ancora con un’attivita’ limitata. Le scuole, almeno a Miami Dade e Broward, rimangono chiuse fino a venerdi’, ma l’obiettivo è quello di riaprire lunedì.
A Orlando il parco divertimenti di Disney ha riaperto i battenti, come il Florida Hospital. E’ stato il primo anno da quando si tiene registrazione degli eventi atmosferici che gli Stati Uniti hanno subito l’impatto di due uragani di categoria 4 nello stesso anno. Prima di Irma, infatti, era stato l’uragano Harvey a devastare la gran parte della costa del Texas uccidendo piu’ di 70 persone.
In attesa del Presidente Trump, le autorita’ americane evitano di chiarire se la devastazione portata dai due uragani possa indurre a un ripensamento sulla posizione americana sul clima: nel corso di una conferenza stampa martedi’ tanto il capo della Fema, la protezione civile americana, Brock Long, che Elaine Duke, responsabile della Sicurezza nazionale, hanno esplicitamente evitato di rispondere a chi chiedeva se Washington intendesse concentrarsi di piu’ sul cambiamento climatico.
Nel frattempo la premier britannica Theresa May ha annunciato 27,6 milioni di euro aggiuntivi per i territori d’oltremare nei Caraibi, che si aggiungono 35 milioni di euro gia’ promessi. Ma sono una goccia nel vaso considerato che i danni sono stimati in miliardi.
Nei Caraibi in particolare preoccupa la situazione sicurezza. Il ministro degli Esteri britannico, Boris Johnson, martedi’ ha visitato le Isole Vergini britanniche e Anguila, dopo che il Regno Unito ha disposto l’invio nella zona di circa 700 soldati e 50 poliziotti. Ai Caraibi è presente anche il presidente francese, Emmanuel Macron, che ha disposto l’inizio di altri mille agenti nella parte francese dell’isola di Saint Martin, nelle Antille, in aggiunta ai 2mila gia’ schierati per evitare i saccheggi. Macron, che martedi’ aveva difeso l’operato del governo e risposto alle critiche sulla scarsa prevenzione e assistenza successiva e oggi e’ atteso a Saint-Bathelemy, ha definito “inaccettabili” i saccheggi e ha insistito che gli sforzi dell’amministrazione sono tutti concentrati “in un ritorno alla normalita’ nell’isola, normalita’ come sia possibile”.