Lo scorso anno 411 milioni di persone sono state colpite da disastri provocati da catastrofi naturali. Un numero 4 volte superiore al 2015, quando le persone colpite erano state 98 milioni. In calo, al contrario, il numero di vittime, passate da 22.000 a 7600. A livello globale sono stati 301 i disastri naturali che hanno interessato 102 paesi, provocando 97 miliardi di dollari di danni economici.
Sono i dati del Cred (Centre for the Epidemiology of Disaster) a dare una fotografia dell’impatto devastante dei disastri che hanno segnato il 2016.Agire – Agenzia Italiana per la Risposta alle Emergenze, in occasione della Giornata Internazionale delle Nazioni Unite per la Riduzione dei Disastri (13 ottobre) si unisce alla campagna dell’Onu ‘Home, safe Home’ per ridurre gli effetti più drammatici delle catastrofi.
“L’aumento delle temperature, lo scioglimento dei ghiacci in Antartide, l’innalzamento del livello del mare, la siccità, la desertificazione, non sono problemi futuri ma una realtà da prendere in considerazione oggi. Il cambiamento climatico non riguarda infatti solo l’Ambiente, ma anche la stabilità stessa dei nostri governi, delle nostre economie, della nostra salute e il luogo in cui viviamo”, dice Alessandra Fantuzi, coordinatrice di Agire, il network di 9 Ong di risposta all’emergenze.
“Nel 2016 – aggiunge – si sono registrati oltre 24 milioni di nuovi sfollati ambientali, persone che hanno dovuto abbandonare le loro case a causa di disastri naturali e cambiamenti climatici. Solo attraverso la prevenzione e il lavoro di protezione e educazione delle comunità più fragili è possibile ridurre le vittime e i danni. È ciò che fanno ogni giorno le organizzazioni del network di Agire”.
ITALIA TRA PAESI PIU’ COLPITI. L’India è il paese in cui nel 2016 è stato colpito da catastrofi naturali il maggior numero di persone: circa 311 milioni di persone hanno visto i propri raccolti distrutti dall’alternanza di siccità, ondate di calore e inondazioni. La Cina è invece il paese dove le catastrofi naturali hanno provocato più morti, 1.151. Seguono l’India ( 884 morti) e l’Ecuador (676 vittime causate dal terremoto).
L’Italia si piazza al settimo posto di questa triste classifica per mortalità, con 299 vittime causate dal terremoto del 24 agosto.Il Consiglio Nazionale italiano Ingegneri (CNI) stima che dal 1968 al 2014 l’Italia abbia speso circa 120 miliardi di euro per la ricostruzione post terremoti. Una cifra che equivale a 2,4 miliardi di euro all’anno. Il costo della prevenzione per rendere gli edifici pubblici e privati più sicuri e risparmiare vite umane sarebbe stato poco meno di 94 miliardi di euro. Solo le perdite dal terremoto in Centro Italia del 2016 sono state valutate dal Governo pari a 23,5 miliardi di euro.
POVERTA’ ED EMERGENZEUMANITARIE. L’87% delle persone in stato di estrema povertà vive in paesi a forte fragilità ambientale o politico-economica. Quando un disastro naturale di forte entità si abbatte su paesi che non hanno capacità di risposta e soccorso si trasforma in una crisi umanitaria. È il caso, ad esempio, del Sud Sudan e di Haiti, due paesi colpiti rispettivamente da siccità estrema e uragani, che hanno assoluto bisogno di aiuto internazionale per far fronte alle emergenze.
Ad Haiti, colpita in meno di un anno da due uragani di forte entità, Matthew nel 2016 e poi da Irma nel 2017, le Ong del network di Agire impegnate con progetti di lunga durata sul fronte della prevenzione dei disastri hanno attivato sistemi di early warning per proteggere la popolazione e interventi di prima necessità per dare soccorso alle vittime. Solo per fare un esempio, grazie alla piattaforma web di mappatura delle risorse per la preparazione e la risposta alle crisi creata per Haiti, la Ong Coopi si è classificata tra i primi 10 al Risk Award 2017, premio che seleziona i piani innovativi per la riduzione del rischio e il rafforzamento delle capacità di gestione disastri. E anche in Sud Sudan e in Africa Centro Orientale le Ong di Agire stanno lavorando per alleviare gli effetti combinati di siccità e conflitti che hanno portato quasi 30 milioni di persone ad una gravissima insicurezza alimentare e in alcuni stati alla fame.
IL CAMBIAMENTO CLIMATICO. Nel 2016 inondazioni e tempeste sono state responsabili del 71% delle morti correlate a catastrofi naturali, seguite dai terremoti (17%). La siccità però ha rappresentano il tipo di disastro naturale a più ampio spettro: ha coinvolto nel 2016 il 94% della popolazione dei paesi colpiti. In Europa il numero delle inondazioni devastanti è più che raddoppiato dal 1980 a oggi, secondo la compagnia di assicurazione Munich Re. Sono stati 30 gli eventi nel 2016 contro i 12 del 1980, dati che rivelano una crescita continua che non accenna a fermarsi.E secondo le stime dell’Unhcr i migranti climatici, che già oggi toccano un picco mai registrato prima, potrebbero arrivare ad oltre 250 milioni nel 2050, con una media di crescita di 6 milioni ogni anno.