Il 66% degli italiani acquista la frutta e verdura al supermercato nonostante il canale preferito di acquisto sia il fruttivendolo (33%) e piu’ dell’80% preferisce comperarla sfusa perche’ ritenuto piu’ sano. I sacchetti per il confezionamento di frutta e verdura sono usati dall’80% degli italiani che fanno la spesa al supermercato e il 58% di essi si dichiara pronto ad accogliere favorevolmente l’introduzione dei sacchetti in materiale biodegradabile e compostabile.
E’ quanto emerge dal rapporto di ricerca integrato realizzato da IPSOS Public Affairs presentato all’Universita’ di Scienze Gastronomiche di Pollenzo da Nando Pagnoncelli e Luisa Vassanelli. Il rapporto evidenzia un netto cambio di paradigma nella sensibilita’ ambientale della popolazione: le persone si mostrano piu’ attente sia come atteggiamento che negli stili di vita.
Il 71% degli italiani ritiene che, rispetto al passato, vi sia un’attenzione maggiore anche al riciclo dei materiali, e difatti, in 10 anni, le dichiarazioni sulle abitudini di raccolta registrano forti incrementi percentuali (+45% per l’umido, +34% per le pile; +33% per i farmaci). Il consumatore si rende conto che sono in atto cambiamenti importanti, poiche’ ormai e’ forte l’esigenza di mettere fine a comportamenti che impattano sulla salute del pianeta ed ognuno e’ chiamato a fare la propria parte. Infatti, rispetto all’attribuzione di responsabilita’ sulla creazione delle “garbage trash”, il 70% degli intervistati si auto-colpevolizza.
Emerge – spiegano – anche la volonta’ di spendere qualcosa in piu’ per un prodotto che salvaguardi AMBIENTE e occupazione; solo una quota residuale del campione (16%) non si trova d’accordo. A fronte di questa accresciuta consapevolezza, la direttiva europea relativa all’introduzione dei sacchetti per il primo imballo alimentare (frutta e verdura, gastronomia, panetteria, pescheria, macelleria) in materiale biodegradabile e compostabile, viene accolta con favore dal 58% degli italiani che la ritiene la naturale conclusione di un ciclo virtuoso iniziato nel 2011.
Sul tema del pagamento di tali sacchetti, il 71% ipotizza un esborso economico mentre circa un intervistato su tre (29%) si dichiara assolutamente contrario. In ogni caso, il 59% valuta il costo di 2 cent per sacchetto del tutto accettabile; mentre una minoranza (13%) si dichiara in disaccordo. Peraltro, una forte apertura di credito all’acquisto a pagamento viene fornita dalla prospettiva occupazionale, che incontra il favore della quasi totalita’ del campione (86%), purche’ supportata efficacemente da un messaggio credibile e onesto (65%).
Al di la’ delle reazioni piu’ irrazionali, le ipotesi di cambiamento di abitudini a seguito dell’introduzione dei sacchetti a pagamento, si orientano in pratiche molto pragmatiche ma l’elemento che rileva il piu’ sensibile incremento dall’indagine dello scorso gennaio e’ quello del riutilizzo dei sacchetti per la raccolta dell’umido (+10%), a conferma del beneficio funzionale introdotto dal nuovo materiale, che soddisfa l’anima utilitaristica del consumatore. La comunicazione, giochera’ un ruolo chiave: dovra’ essere fortemente coinvolgente sul piano emotivo e capace di coinvolgere e attivare le coscienze sensibilizzate dei consumatori dando enfasi al fine ultimo e rendendo partecipi di un progetto comune.