La presenza di ammine, emersa dai controlli dell’Arpab a settembre in una delle vasche di stoccaggio delle acque di strato e nella testa del pozzo “Costa Molina 2” – che ha portato ieri la giunta regionale della Basilicata a deliberare la sospensione dell’attivita’ di reiniezione, nell’ambito delle estrazioni di greggio in Val d’Agri – è “grave” e rappresenta “un dato che non ci aspettavamo”: per questo motivo l’Eni “ha 20 giorni per spiegare alla Regione i motivi della presenza di queste sostanze”.
Lo hanno detto il presidente della Regione, Marcello Pittella, e l’assessore regionale all’ambiente, Francesco Pietrantuono, nel corso di una conferenza stampa organizzata per illustrare i motivi che hanno portato alla delibera. Quello effettuato dall’Arpab e’ il primo monitoraggio dopo il riavvio delle attivita’ nel Centro Olio (Cova) di Viggiano, lo scorso luglio, dopo la sospensione delle attivita’ decisa dalla stessa Regione ad aprile (per la fuoriuscita di greggio da un serbatoio dell’impianto): il 4 settembre sono stati quindi effettuati i campionamenti – “in contraddittorio con l’Eni”, ha precisato il direttore dell’Arpab, Edmondo Iannicelli – da cui e’ emersa la presenza di alcune tipologie di ammine, derivanti dalla lavorazione delle acque di produzione del greggio.
Nel pozzo, infatti, possono essere reiniettate solo le acque di strato, prive cioe’ di questi agenti chimici, che invece vanno smaltiti come rifiuti pericolosi. “Nei tavoli tecnici dei prossimi giorni chiederemo all’Eni spiegazioni su questi dati“, ha evidenziato Pittella ricordando “l’ottimo lavoro svolto dall’Arpab e dal Dipartimento della Regione nei controlli costanti e per l’attenzione continua di questi mesi“. Le ammine furono anche uno degli elementi presenti nell’inchiesta della Procura di Potenza, che lo scorso anno porto’ al sequestro del pozzo “Costa molina 2”, a Montemurro (Potenza), e di due vasche del Cova, poi dissequestrate per permettere all’Eni i lavori di adeguamento alle norme: “Chiederemo alla compagnia petrolifera – ha detto Pietrantuono – anche risorse straordinarie per il funzionamento efficiente dell’impianto”.