“I piu’ grandi centri internazionali della fisica hanno scelto di venire qui a realizzare l’esperimento Cuore, tra le montagne abruzzesi, proprio per l’eccellenza e l’unicita’ di questi laboratori”. Lo ha sottolineato Paolo Gorla, responsabile del gruppo di ricercatori dell’Istituto nazionale di fisica nucleare (Infn) coinvolto nell’esperimento presentato oggi all’interno dei laboratori sotterranei del Gran Sasso.
“In giro per il mondo, gli esperimenti competitor di Cuore si svolgono all’interno di miniere esaurite o in attivita’, con tutta la difficolta’ di realizzare all’interno un apparato scientifico. Questa struttura, al contrario – ha aggiunto – e’ unica. Il refrigeratore del rivelatore e’ il piu’ grande di questo tipo mai realizzato”.
Gorla ha spiegato come si tratti di “una grande collaborazione internazionale tra Italia e Stati Uniti, dal parte nostra con l’Infn, dal lato americano con il Department of Energy, il piu’ grande ente finanziatore di progetti scientifici, e le principali universita’ nel campo della fisica: Mit, Yale, Berkley”.
Il rivelatore dell’esperimento Cuore pesa 741 chilogrammi ed e’ stato realizzato con una tecnologia basata su cristalli cubici ultrafreddi di tellurite, progettati per funzionare a 10 millesimi di grado sopra lo zero assoluto. La sua struttura e’ formata da 19 torri costituite ciascuna da 52 cristalli di tellurite purificata da qualunque contaminante. L’esperimento lavora in condizioni ambientali di estrema purezza e, in particolare, di bassissima radioattivita’.
E’ il frutto di una collaborazione internazionale formata da oltre 150 scienziati provenienti da 25 istituzioni. Il criostato, ovvero l’apparecchiatura per mantenere la temperatura a livelli bassissimi, e’ schermato dalla pioggia di particelle che provengono dal cosmo sia dai 1.400 metri di roccia del massiccio del Gran Sasso sia da uno speciale schermo di piombo antico. Prima di completarlo, i ricercatori hanno costruito un prototipo chiamato Cuore-0 con un’unica torre in funzione dal 2013 al 2015.