In centinaia hanno preso parte questa mattina alla ‘Marcia del ritorno’, organizzata dalla rete ‘Terre In Moto’ a un anno dal sisma per denunciare “le gravi responsabilita’ nella fallimentare gestione dell’emergenza, gli enormi ritardi nella rimozione delle macerie e nella consegna delle casette”. E’ stato il primo corteo a sostegno delle popolazioni terremotate ad attraversare l’area del cratere.
La marcia e’ partita dalla frazione di Maddalena di Muccia per raggiungere Pieve Torina: ha collegato cosi’ due dei comuni maggiormente colpiti della zona, ma idealmente ha voluto toccare tutti i paesi e i borghi del territorio segnato dal sisma dello scorso anno. “Tornare, resistere, ricostruire” lo slogan dello striscione di apertura.
Nel corso dell’iniziativa numerosi gli interventi da parte dei residenti dei comuni colpiti che hanno rivendicato il diritto al ritorno nei territori dell’Appennino, “per resistere alla strategia dell’abbandono e avere una ricostruzione degna, che sappia rispondere ai bisogni e alle necessita’ del territorio, nel rispetto della sua storia e delle sue peculiarita'”. Molti i partecipanti giunti da altre citta’ e province della regione, a testimoniare la vicinanza alle comunita’ del cratere, “perche’ questi territori sono patrimonio di tutti ed e’ forte la volonta’ di difenderli da speculazioni di qualsiasi natura”.
La marcia si e’ conclusa nel piazzale antistante il Municipio inagibile di Pieve Torina, dove i manifestanti hanno esposto uno striscione lungo piu’ di 30 metri in cui venivano elencati i 140 nomi dei comuni colpiti dal Terremoto. “Questo – hanno detto i partecipanti alla marcia – non e’ un punto di arrivo ma una tappa nel percorso di ricostruzione del senso di comunita’, di rivendicazione, da parte delle popolazioni colpite, del diritto a decidere sul futuro dei propri territori”.