“Sono 35, ad oggi, gli interventi di messa in sicurezza completati sugli edifici storici-culturali danneggiati dal sisma a Norcia e in Valnerina, 170 per i beni culturali mobili e 30 i restauri gia’ realizzati”. un quadro fornito dalla soprintendente ai Beni culturali dell’Umbria Marica Mercalli nel corso di un convegno che si e’ svolto a Norcia, presso il centro polivalente Boeri. Al centro dell’iniziativa la tutela del patrimonio storico-artistico ferito dal Terremoto.
“Per altre 100 opere stiamo lavorando, insieme alla diocesi Spoleto-Norcia e al vescovo Boccardo, per trovare sponsorizzazioni che ci permettano di procedere di volta in volta al recupero”, ha detto ancora Mercalli. Che, nel corso del suo intervento, ha evidenziato l’importanza del deposito di Santo Chiodo di Spoleto dove sono ricoverate oltre 5.600 reperti salvati dalle macerie.
La soprintendente ha ripercorso i vari interventi eseguiti con i vigili del fuoco e ditte esterne, su tutti quelli sulla Basilica di San Benedetto e sulle altre chiese simbolo del territorio, tra cui San Salvatore di Campi. Nei vari interventi, i relatori hanno affrontato varie tematiche, tra cui quella dei materiali da utilizzare in sede di ricostruzione, ma anche come ricostruire.
“Seguendo una linea filologica con il passato o aprirsi a nuove architetture?”, si e’ domandato il sindaco Nicola Alemanno in apertura dei lavori, portando il suo saluto. Una risposta decisa per quanto riguarda San Benedetto e’ arrivata ancora una volta dall’arcivescovo, Renato Boccardo.
“La mia idea e’ nota – ha detto -, ricostruire come era significherebbe andare a creare un vero falso e non si terrebbe conto di cio’ che e’ accaduto. Quindi ribadisco che a mio avviso occorre ricostruire la Basilica partendo da cio’ che e’ rimasto, la facciata e poco altro, per poi realizzare qualcosa di nuovo che vada a raccontare la cultura e la sensibilita’ del tempo che viviamo”.
Il vescovo ha poi sottolineato che la priorita’ “deve essere data alla sicurezza”. “Dovremo ricostruire le nostre chiese – ha aggiunto – con tecniche e materiali che possano garantire l’assoluta sicurezza per i fedeli e tutte le persone che torneranno a frequentare quei monumenti, una volta recuperati”. Concetto ripreso anche da Giuseppe Chianella, assessore regionale dell’Umbria alle politiche del territorio. “Dobbiamo lavorare – ha detto – perche’ in futuro, nel caso di altre calamita’, i nostri beni culturali rimangano in piedi”.