Il 18 novembre del 2013 la Sardegna fu devastata da un ciclone, un’alluvione che provoco’ 19 morti (compreso un disperso mai ritrovato a Bitti, nel Nuorese), di cui 13 in Gallura. A quattro anni di distanza, su una delle tante incompiute del dopo-alluvione, la strada sul ponte di Monte Pino crollato in quel tragico giorno, la Procura di Tempio Pausania – come riportano oggi alcuni quotidiani – ha aperto un nuovo fascicolo.
Una strada rimasta sotto sequestro per due anni – dopo la morte di tre persone, con le auto ancora sepolte dai detriti – e oggi interessata da lungaggini burocratiche sulle quali la magistratura ha deciso di indagare per fare chiarezza. Intanto questa sera Olbia ricordera’ le vittime con una fiaccolata organizzata da un comitato di cittadini che sfileranno per le vie della citta’ gallurese dove il ciclone ha colpito piu’ duramente. Si partira’ alle 20.30 da via Aspromonte, davanti alla chiesa di Sant’Antonio.
La mattina del 19 novembre di quattro anni fa – raccontano – l’Isola si risveglio’ sotto shock: 2700 sfollati e danni per piu’ di 600 milioni di euro. Oggi la ferita e’ ancora aperta e in Gallura e’ sempre viva la paura che il fenomeno si possa ripetere anche perche’, nel frattempo, nulla e’ stato fatto per mettere in sicurezza il territorio che ha mostrato tutte le sue fragilita’. Risale al 2015 la firma a Palazzo Chigi dell’accordo di programma: vengono sbloccati 25,3 milioni di euro, di cui 9 regionali, individuati nell’ambito del progetto strategico “Italia sicura”. Ma poco e’ stato fatto. A Olbia sta muovendo i primi passi il “piano Mancini”, che prevede la realizzazione di quattro grandi bacini di raccolta delle acque piovane alla periferia della citta’:i sopralluoghi inizieranno dal 27 novembre.