“La situazione complessiva a livello internazionale è in movimento e ha però bisogno di un’ulteriore accelerazione per raggiungere gli obiettivi così ambiziosi come quelli indicati a Parigi”. Così Gianni Silvestrini, direttore scientifico di Kyoto Club, a margine del convegno ‘Il primo anniversario dell’entrata in vigore dell’Accordo di Parigi’ alla Camera.
“Rispetto agli impegni assunti dai vari Stati, la situazione è migliore in particolare per l’impegno di alcuni Paesi come la Cina, che da 4 anni non aumenta le sue emissioni – continua – Ci sono segnali molto interessanti a livello internazionale anche negli Stati Uniti malgrado Trump, per l’attivismo da parte di molte città, da parte di interi Stati”.
Quanto all’Italia, negli ultimi anni il Paese ha visto “un rallentamento delle politiche sulle fonti rinnovabili, è indietro sulla mobilità elettrica, ha visto un aumento delle emissioni – afferma Silvestrini – In termini positivi c’è una Sen che pur con alcuni limiti, per esempio l’eccessiva sottolineatura del ruolo del gas, vede l’abbandono del carbone al 2025 la metà della produzione elettrica italiana al 2030 da fonti rinnovabili, noi pensiamo possa arrivare tranquillamente al 55%, un accenno alla deep renovation dell’edilizia”.
Insomma, conclude, “c’è un passato incerto, un documento programmatico con spunti interessanti; adesso servono gli strumenti per raggiungere quegli obiettivi perché l’Italia al 2030 dovrebbe, nel settore edilizia e trasporti, ridurre del 33% le emissioni rispetto al 2005 mentre le politiche adottate fino ad ora consentono di ridurle del 24%”.