Estate di San Martino: le origini della leggenda

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“L’estate di San Martino dura tre giorni e un pochinino” recita un proverbio popolare a sfondo religioso ma anche laico, diffussosi in molte zone d’Italia. Per estate di San Martino si intende un eventuale periodo autunnale in cui, dopo il primo freddo, si verificano, spesso, condizioni climatiche di bel tempo e relativo tepore. Nell’emisfero australe ciò avviene tra fine aprile e inizio di maggio, mentre in quello boreale agli inizi di novembre. Il nome troverebbe le sue origini nella tradizione del mantello, secondo la quale Martino di Tours, nel vedere un mendicante seminudo patire il freddo durante un acquazzone, gli donò metà mantello, regalando l’altra parte ad un altro mendicante incontrato poco dopo. Subito in cielo spuntò il sole e la temperatura divenne più mite.

Quasi ogni anno, il giorno di San Martino è una bella giornata di sole ma questo per ragioni meteo-climatiche più che per credenze popolari. Molti meteorologi concordano sul fatto che questo periodo di tempo sttabile che di solito si verifica agli inizi di novembre, è quasi sempre esistito. Analisi effettuate su mappe bariche dell’ultimo trentennio hanno mostrato che, in questo periodo, sembra avvenire ciclicamente l’espansione dell’anticiclone dalla Spagna verso tutto il Mediterraneo, portando condizioni di alta pressione, alte temperature e bel tempo, proteggendo dalle perturbazioni la maggior parte dell’Europa centrale e occidentale. Il nome “estate di San Martino” è condiviso dalle culture iberofone e francofone. Nei paesi anglosassoni si parla di Indian Summer (Estate Indian) mentre nelle lingue slave, tra cui il russo, Bab’e Leto (estate delle comari).

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