Un uomo è stato individuato e denunciato alla competente Procura della Repubblica di Cosenza da parte degli agenti della Polizia Provinciale di Cosenza in servizio al Distaccamento silano di San Giovanni in Fiore. Il fatto è accaduto nei giorni scorsi sulla Sila cosentina. Sequestrata l’arma, le munizioni e la selvaggina abbattuta.
Nel caso di specie, durante mirati controlli per la prevenzione e repressione dei reati ambientali e di bracconaggio, i poliziotti, dopo aver osservato e seguito attentamente alcuni cacciatori all’interno di un vasto campo aperto, scoprivano l’abbattimento della specie Pispola, ricompresa nell’allegato II° della Convenzione Internazionale di Berna sulla conservazione della vita selvatica e dell’ambiente naturale in Europa e per questo specie particolarmente protetta dalla vigente normativa.
Per tali condotte sono previste pene che prevedono l’arresto da due a otto mesi o l’ammenda da 774 euro a 2065 euro oltre alla sospensione del porto d’armi da 1 a 3 anni nei confronti di chi riporta sentenza di condanna definitiva o decreto penale di condanna divenuto esecutivo. Durante i controlli, elevate numerose sanzioni per violazioni alla legge nazionale e regionale in materia di esercizio venatorio.
I giorni scorsi, un’altra denuncia operata dai poliziotti provinciali, aveva riguardato reati contro l’ambiente e inerenti lo sbarramento di un corso d’acqua sempre in Sila Grande oltre ad un caso di maltrattamento di animali denunciato nel cosentino. A darne notizia è il Coordinamento del Servizio Nazionale Vigilanza – LIPU, che esprime compiacimento per le brillanti operazioni antibracconaggio eseguite nel cosentino ad opera dei Carabinieri forestali e della Polizia Provinciale.
Per il Coordinamento provinciale del Servizio Nazionale Vigilanza – LIPU, in Calabria, la piaga del bracconaggio appare dura a morire, per questa ragione, invita tutti gli organi di polizia giudiziaria (in ordine ai reati venatori tutti i corpi sono competenti, senza alcuna distinzione), ad aumentare i controlli soprattutto in quei territori privi di vigilanza. In alcune province, non si sentono notizie al riguardo, di fatti tranne Reggio Calabria e Cosenza, sembra che la Calabria sia indenne da questo fenomeno, che secondo i dati, le statistiche e le risultanze delle associazioni di protezione della fauna, vede la nostra regione come maglia nera assieme a Lombardia, Sicilia e Campania.