Stufe e camini in Lombardia (Milano esclusa) impattano sulle concentrazioni di PM 2,5 nel capoluogo di Regione piu’ delle caldaie non a biomassa del capoluogo stesso. Lo rivela uno studio sull’inquinamento in Val Padana svolto da RSE, la societa’ di ricerca del Gestore dei Servizi Energetici (GSE, la societa’ pubblica che promuove le fonti rinnovabili).
“Per questo – si legge nello studio – si ritiene necessario intervenire, anche con incentivi, per sostituire impianti domestici a biomassa con sistemi come le pompe di calore. Cio’ potrebbe risultare efficace per la diminuzione delle emissioni di particolato”.
RSE propone anche “interventi di efficientamento energetico degli edifici”, che “potrebbero portare a riduzioni significative dei consumi e di conseguenza delle emissioni”. Infine, sostiene il centro studi, occorre “agire sul tema della consapevolezza degli utenti, per avere un uso consapevole dell’energia e meno sprechi”. Questo “puo’ portare a un risparmio sino al 5%”.