Il Centro Italia post terremoto “puo’ diventare il cantiere piu’ grande d’Italia, dove le nostre imprese possono dimostrare cosa possono fare, come e’ stato fatto per l’Expo. Ma c’e’ un fatto: per l’Expo non c’era il codice degli appalti, che oggi crea enorme difficolta’. Chiedo un decreto di sospensione del codice degli appalti e un incontro con il presidente Gentiloni, i ministri Delrio, Orlando e con il presidente dell’Anac Cantone. E’ un codice infausto, cosi’ siamo bloccati, non si puo’ procedere”.
E’ la richiesta dell’Ance, l’associazione dei costruttori, attraverso il suo presidente, Giuliano Campana, intervenuto alla presentazione del libro ‘De Taerremotu’. “Qui non si tratta di corruzione, siamo i primi a non volere infiltrazioni delittuose. Vogliamo ricostruire il Paese come hanno fatto i nostri padri nel dopoguerra”, ha sottolineato.
Nei lavori post terremoto l’Ance lamenta “un quadro normativo molto articolato e complesso”, che “stenta produrre risultati concreti in termini di ricostruzione”. Nella ricostruzione privata nelle Marche, spiegano i costruttori, sono state presentate 1.024 pratiche tra danni lievi, ricostruzioni degli immobili produttivi e danni pesanti, ma solo per 101 sono stati avviati i lavori, che riguardano per lo piu’ la riparazione di danni lievi.
Sul fronte della ricostruzione pubblica, l’Ance ritiene che le deroghe al Codice degli appalti, nate dall’esigenza di superare la fase emergenziale e garantire i servizi primari, non abbiano prodotto i risultati sperati. Il programma straordinario scuole – segnalano i costruttori – dopo quasi un anno ha visto l’aggiudicazione di soli due interventi dei 21 previsti, 13 procedure negoziate sono andate deserte.