Sono la canadese Gloria Dickie, per l’articolo pubblicato su bioGraphic dal titolo “Maggot Revolution”, il Ghanese Justice Baidoo, col video “Food Wastage in Ghana”, pubblicato su Joy News Today, e il fotografo americano George Steinmetz col reportage fotografico pubblicato sul New York Times Magazine i vincitori della prima edizione del Food Sustainability Media Award per la sezione “lavori editi”, rispettivamente categoria testo, video e fotografia, a cui andrà un premio pari a € 10.000 ciascuno. Per la sezione “lavori inediti”, invece, sono l’indiana Uzmi Athar, con un articolo dal titolo: “India battles hunger amid wastage of USD 13 billion worth of food”; il videomaker keniano Musdalafa Lyaga per il video “Unpeeling the rot in the mango value chain”; l’italiana Silvia Landi per il reportage fotografico dal titolo “Globesity”. I vincitori che vedranno pubblicati sui siti della fondazione Thomson Reuters e della Fondazione BCFN i propri lavori avranno la possibilità di partecipare ad un corso di media training sulla sostenibilità della produzione di cibo, a Londra, presso la sede dalla Fondazione Thomson Reuters. Gli articoli inediti selezionati verranno, inoltre, distribuiti attraverso l’agenzia di stampa di Reuters che conta circa un miliardo di lettori.
I 6 vincitori sono stati scelti tra le 500 proposte provenienti da 72 paesi del mondo tra articoli (oltre 330), foto (80), video (oltre 80) candidati per il primo Food Sustainability Media Award, premio giornalistico realizzato dal Barilla Center for Food & Nutrition (BCFN) con Thomson Reuters Foundation (TRF) nato per dare risalto al ruolo che i media e i mezzi di informazione svolgono nel mettere in luce i paradossi del sistema alimentare. Questo primo ciclo si è concluso ufficialmente nel corso dell’Ottava edizione del Forum Internazionale su Alimentazione e Nutrizione organizzato da BCFN con la cerimonia di premiazione dei vincitori.
“Quando parliamo di problemi legati al cibo o alla fame, il nostro pensiero va spesso ai Paesi più poveri del mondo, dove milioni di persone sono malnutrite”, ha dichiarato Monique Villa, CEO della Thomson Reuters Foundation. “Ma non bisogna dimenticare che anche i Paesi ricchi hanno i loro seri problemi con il cibo e l’alimentazione, come per esempio i crescenti tassi di obesità e lo spreco alimentare. Con questi premi abbiamo voluto sensibilizzare il pubblico sui paradossi alimentari grazie al lavoro di tutti i vincitori che hanno prodotto contenuti unici e avvincenti. Ci auguriamo che i loro lavori possano essere di ispirazione per le persone di tutto il mondo chiamate a contribuire per migliorare la situazione attuale “.
“Siamo molto felici di vedere come professionisti di tutto il mondo abbiano saputo accogliere la sfida lanciata con questo Premio. A loro va il merito di aver saputo spostare l’attenzione dell’opinione pubblica sulla questione della sostenibilità alimentare, coinvolgendo un’audience ampia e internazionale. Adesso tocca a tutti noi contribuire per trovare delle possibili soluzioni: istituzioni e stakeholders, con un approccio olistico in grado di guardare a tutti gli aspetti del problema, e persone comuni che, adottando scelte alimentari sostenibili, possono fare la differenza” ha dichiarato Guido Barilla, Presidente BCFN.
Gloria Dickie, “miglior articolo pubblicato”, ha vinto il premio per aver parlato di una particolare tipologia di larve altamente proteiche utili agli allevatori per sfamare gli animali senza impattare sulle risorse alimentari destinate all’uomo; Justice Baidoo, “miglior video pubblicato”, è riuscito a rappresentare il paradosso tra le perdite alimentari e la fame nel mondo, a causa della mancanza di infrastrutture adeguate; George Steinmetz ha mostrato, col suo lavoro, cosa si nasconde dietro la produzione industriale dei cibi che mangiamo quotidianamente. Per la categoria “lavori inediti”, Uzmi Athar ha dedicato un articolo al suo Paese, l’India, e alla difficoltà che incontra, in termini di legislazione e di azioni concrete, per cercare di ridurre la fame; Musdalafa Lyaga, “miglior video inedito” ha dedicato la sua attenzione all’intera filiera di produzione del mango in Ghana – dalla sua coltivazione alla vendita, passando per il riutilizzo degli scarti di produzione, mentre Silvia Landi, con le sue fotografie, ha parlato del problema dell’obesità nel Sud dell’Africa, i cui livelli aumentano in modo allarmante. Infine, tra i finalisti, la rete ha scelto, per la categoria “Best of the web”, Merin Porter con il suo articolo inedito: “Ripe With Promise: A Homegrown Solution to High-Yield, Low-Nutrition Foods”, un testo sullo sviluppo della produzione locale del cibo come chiave per assicurare alimenti più freschi e sani, con un minor impatto sull’ambiente. Grazie a questo riconoscimento della rete, anche Merin Porter parteciperà al corso di media training sulla sostenibilità della produzione di cibo, a Londra, presso la sede dalla Fondazione Thomson Reuters.
La giuria
Tutti i contributi selezionati sono stati valutati da una giuria d’eccellenza formata da professionisti di primo piano nel campo del giornalismo, della fotografia e delle politiche di sostenibilità alimentare e della nutrizione. La giuria include: Ruth Oniang’o (Fondatrice dell’African Journal of Food, Agriculture, Nutrition and Development), Danielle Nierenberg (Fondatrice di Food Tank), Mario Calabresi (Direttore del quotidiano La Repubblica), Laurie Goering (Climate Editor della Thomson Reuters Foundation); Miranda Johnson (Corrispondente per The Economist su tematiche di ambiente); Finbarr O’Reilly (Fotografo e Scrittore); Marcela Villarreal (Direttrice dell’Ufficio per i Partenariati, la promozione degli interessi e lo sviluppo delle capacità dell’ Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura-FAO); Cassandra Waldon (Direttrice della Comunicazione presso il Fondo internazionale per lo sviluppo agricolo- IFAD); Olly Buston (Direttore Global Advocacy per la Jamie Oliver Food Foundation).
Le novità per la seconda edizione
Il Food Sustainability Media Award tornerà anche l’anno prossimo con alcune novità e aggiornamenti. Se da una parte l’iniziativa resterà aperta a lavori sia pubblicati che inediti, dall’altra si allargherà il bacino di professionisti che potranno partecipare. Le categorie infatti saranno due: “testo scritto” e “multimedia” andando quindi a coinvolgere giornalisti, videomaker, fotografi, ma anche chi si occupa, per esempio, di contenuti radiofonici. Cambierà anche la giuria con l’inserimento di nuove persone di spicco del panorama del cibo e della sostenibilità. Questo e altri dettagli verranno divulgati nei prossimi mesi.