“Quattro ftalati sono stati trovati nei tessuti di tredici esemplari di tartarughe marine, una Dermochelys coriacea e dodici Caretta caretta, rinvenute morte lungo le coste siciliane nel 2016. I ftalati, famiglia di composti chimici usati nell’industria delle materie plastiche come agenti plastificanti, sono stati trovati a diverse concentrazioni significative nel fegato e nelle gonadi delle tartarughe marine, mentre nei muscoli le concentrazioni erano nettamente piu’ basse.
La presenza di ftalati nel tessuto grasso in campioni di Caretta caretta ha mostrato una prevalenza dei ftalati piu’ lipofili: DEHP e DOTP. L’ingestione di plastiche e microplastiche da parte di organismi marini puo’ avere effetti nocivi fisici e tossicologici che creano una seria minaccia per le specie marine.
Lo studio, realizzato in collaborazione con alcuni professori e zoologi dell’Universita’ di Palermo, sara’ presentato nel corso di un convegno dal titolo “Il Centro di referenza nazionale sul benessere, monitoraggio e diagnostica delle malattie delle tartarughe marine” che si terra’ domani dalle 9 alle 17 nell’aula magna dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sicilia che e’ anche sede del Centro di referenza delle tartarughe marine. A fronte dei dati negativi sovraesposti – dice la nota dello Zooprofilattico – c’e’ da dire che l’Istituto nella sua attivita’ legata al recupero delle tartarughe ha reintrodotto in natura circa ottanta Caretta caretta.
Sono state operate e liberate dagli ami da pesca, spesso ingeriti insieme al pesce che faceva da esca, e dopo un periodo di riabilitazione presso il Centro di Sant’Erasmo, sono state rimesse in liberta’ un po’ in tutta la Sicilia. L’obiettivo del Centro di referenza nazionale delle tartarughe e’ anche di creare una maggiore sensibilizzazione verso questi animali che sono ancora oggi il piu’ importante indicatore ecologico della salute del nostro mare.”