Sono le province di Parma, Reggio Emilia e Modena quelle maggiormente colpite e interessate dagli eventi meteorologici eccezionali che hanno investito l’Emilia-Romagna a partire da domenica scorsa, 10 dicembre, e che hanno portato i livelli idrometrici del torrente Parma e dei fiumi Enza e Secchia a superare i massimi storici registrati in precedenza.
Le esondazioni nelle province di Parma e Reggio Emilia e la piena del fiume Secchia nel modenese, che verrà monitorata anche per l’intera giornata di oggi, sebbene la situazione stia migliorando in tutte le aree colpite, hanno visto coinvolte in operazioni di evacuazione circa 2.100 residenti.
Si sono poi aggiunti fenomeni di gelicidio in Appennino, con interruzioni della viabilità da Piacenza fino a Bologna. Per fronteggiare tali situazioni, sono stati attivati i Centri operativi misti dai Prefetti (Modena, Reggio Emilia e Parma), oltre a 24 Centri operativi comunali, di cui 10 a Parma, 1 a Reggio Emilia (Brescello) 5 a Bologna, 3 a Modena, 4 a Piacenza e 1 a Forlì. L’Agenzia regionale sicurezza territoriale e protezione civile ha assicurato l’apertura del Centro operativo regionale COR, integrato con la presenza dei Vigili del fuoco e i volontari di protezione civile, l’apertura del Centro unificato provinciale di Modena e l’operatività delle proprie strutture territoriali di Modena, Reggio Emilia e Parma. Complessivamente, sono operativi 380 volontari di protezione civile.
Il Dipartimento nazionale di Protezione civile ha attivato fin dalla giornata dell’11 dicembre il Comitato operativo (anche con Regione Toscana e Liguria) per il coordinamento di tutte le forze in campo e per mettere a disposizione le risorse del sistema nazionale. Già da questa mattina, a meno di 24 ore dalle esondazioni, sono arrivati a Brescello, nel reggiano, i tecnici e i funzionari del Dipartimento nazionale di Protezione civile per il sopralluogo necessario e preliminare alla dichiarazione dello stato di emergenza da parte del governo.
Quest’ultima comprenderà anche le conseguenze degli episodi di gelicidio nelle aree montane. Ieri, nel modenese, il Secchia ha raggiunto alle 12, a Ponte Alto, la piena di 10,55 metri superando il massimo di 10,27 del dicembre 2009; nel parmense, a Colorno, il Parma ha superato il colmo di piena con 9,49 metri (rispetto al 9,14 del 2014). Passate senza conseguenze, invece, le piene nel piacentino e del fiume Reno nel bolognese, che resta comunque sotto osservazione. Passato anche il colmo di piena dell’Enza a Sorbolo (Parma) con un livello di 12,47 metri, superiore ai due massimi storici raggiunti nel febbraio 2016 (11,63 metri) e nel 1974 (12,20 metri).
Nella prima fase dell’evento le aree collinari e montane sono state interessate da vasti fenomeni di gelicidio e di forte vento che hanno causato interruzioni della viabilità e danni alle infrastrutture e al servizio di erogazione dell’energia elettrica. La situazione più grave si è registrata nel Comune di Brescello (Reggio Emilia) con il sormonto dell’argine destro del fiume Enza a Lentigione: l’argine è cioè stato scavalcato dall’acqua, che aveva raggiunto livelli inediti, con la conseguente frattura.
La frazione di Lentigione ha oltre 1.100 abitanti: le operazioni di soccorso hanno interessato oltre 400 persone, di cui circa 127 accolte nelle strutture realizzate a Poviglio, Castel Nuovo di Sotto, Novellara o in albergo. Un numero importante di persone, circa 500, si sono allontanate autonomamente usando vie di fuga collegate all’argine nella parte non danneggiata. A censirle sta provvedendo il Comune. La frazione di Santa Croce (Boretto), 1.000 abitanti, è stata evacuata a scopo cautelativo, ma non è stata interessata da allagamenti.
Nel Palazzetto di Novellara, allestito per l’accoglienza, sono state portate 10 persone. Nello scenario di allagamento di Brescello sono presenti circa 370 Vigili del fuoco con mezzi speciali, oltre a elicotteri, esercito, Marina, 118 regionale. Operativo anche un mezzo anfibio inviato dalla Provincia Autonoma di Trento e un overcraft della Provincia Autonoma di Bolzano. Altra situazione di criticità si è verificata a Colorno, nel parmense, con il passaggio dell’onda di piena nella mattinata del 12 dicembre, che ha provocato allagamenti nel centro storico – colpendo la Reggia e la piazza principale – oltre che in alcune vie limitrofe. Già in corso i primi interventi di pulizia e di ripristino.