Il Comune di Parigi si schiera contro la “grossofobia“, la discriminazione delle persone obese, con una campagna di sensibilizzazione e il lancio di una “settimana parigina di lotta”. Se la campagna di informazione si dirige direttamente ai parigini, quella di sensibilizzazione riguarda gli agenti municipali. Sarà presente anche una sfilata di moda per modelle taglia robusta, dibattiti e tavole rotonde.
Nel mirino, la campagna contro la “grossofobia” ha soprattutto la discriminazione delle persone sovrappeso nel mondo del lavoro, i problemi di salute legati all’obesità e la reazione allo sguardo degli altri. I “corpi grassi, che rappresentano fra metà e un sesto della popolazione, a seconda che si parli di sovrappeso o di obesità sono con un medesimo atteggiamento squalificati, ostracizzati” ha detto davanti ai giornalisti Helene Bidard, assessora del Comune alla lotta contro le discriminazioni.
La “grossofobia”, parola che non esiste nel vocabolario – come ha precisato la Bidard – “esprime questa forma specifica di repulsione” che unisce la vergogna che prova una persona grassa, gli stereotipi che accompagnano questa caratteristica (pigrizia, lentezza, mancanza di volonta’, ecc.) e gli atti discriminatori nei suoi riguardi, sia che si parli di sanita’, di rapporti di lavoro, di sport, di mezzi di trasporto o di altro. Sono state citate le cifre dell’Organizzazione internazionale del lavoro, secondo le quali le donne obese sono discriminate otto volte (e gli uomini 3) rispetto agli altri al momento dell’assunzione.