“SISMA dal Friuli 1976 all’Italia di oggi: Il contributo dei Geologi Italiani per la prevenzione”

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“Dopo il sisma dell’Italia centrale ci siamo chiesti se fosse opportuno lasciare una traccia di cosa è cambiato negli ultimi 40 anni di terremoti a partire da quello del Friuli e di quello che hanno fatto i geologi in questi anni, di cosa potrebbero ancora fare e come i loro saperi e le loro competenze potrebbero essere utilizzate al meglio per fare prevenzione. Una prevenzione che è, ancora, un auspicio in un Paese in cui negli ultimi 150 anni si sono susseguite ben 30 leggi sul corretto costruire, emanate a seguito di eventi calamitosi, ma ogni nuovo terremoto si trasforma sempre in catastrofe. Un Paese dove, dopo ogni terremoto, si riparla di microzonazione sismica, di fascicolo del fabbricato, di certificazione sismica degli edifici e della necessità di riconoscere la sicurezza sismica degli abitati come esigenza collettiva di carattere primario, ma poi non si fa niente o quasi”. È la denuncia di Francesco Peduto, Presidente del Consiglio Nazionale dei Geologi durante la presentazione, in anteprima nazionale alla stampa, del volume “SISMA dal Friuli 1976 all’Italia di oggi – Il contributo dei Geologi Italiani per la prevenzione” il 1° dicembre presso l’Urban Center di Rovereto. Per questo abbiamo ritenuto importante – prosegue il Presidente CNG – dare alle stampe un libro che parlasse di questi argomenti, per rendere pubblici i ritardi accumulati, per evidenziare che in un territorio come il nostro, i georischi dovrebbero essere sempre al centro dell’agenda di governo, per non perdere la speranza di imboccare, in futuro, la strada di una vera ed efficace prevenzione”.

Il volume, frutto della collaborazione del CNG, dell’Ordine dei Geologi del Friuli Venezia Giulia e della Fondazione Centro Studi CNG, con il supporto della Fondazione Friuli, è un excursus che parte dal terremoto che colpì 41 anni fa il Friuli per fare il punto ad oggi sul rischio sismico e sulla prevenzione nel nostro Paese. A prendere la parola, è il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Friuli Venezia Giulia, Gianni Menchini: “Questo libro vuole essere un supporto, ma anche un richiamo al mondo dell’amministrazione pubblica e della scuola a fare di più e fino in fondo nelle loro potenzialità per la prevenzione sismica, sul versante dell’azione tecnico-amministrativa e della cultura civile”. “Si può fare e si deve fare di più nella redazione degli strumenti urbanistici, dei progetti di realizzazione di edifici e opere e nella redazione dei piani di emergenza comunale, affinché la filiera scolastica composta da dirigenti, docenti e allievi conosca e si appropri delle conoscenze sulle dinamiche delle Scienze della Terra” conclude il geologo.

La presentazione del volume è stata ospitata nell’ambito del Convegno “Tra Geologia e Geofisica 2017” – Workshop in Geofisica e Giornata di Studi, a cura della Fondazione Museo Civico di Rovereto in Convenzione con l’Ordine dei Geologi del Trentino Alto Adige e con il Patrocinio e la Collaborazione degli Ordini dei Geologi di Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lombardia e Veneto, in collaborazione con il Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Padova. “Conoscere il proprio territorio, imparare ad ascoltarlo e quindi capirlo: è questo che i geologi continuano a fare dal sisma del Friuli”. Così il Presidente dell’Ordine dei Geologi della Regione Trentino Alto Adige/Südtirol, Mirko Demozzi, che spiega: “È un lavoro dettagliato fatto di rilevamenti e indagini geologiche che, dopo 40 anni, ha permesso di conoscere meglio il nostro Paese contribuendo a prendere coscienza della pericolosità sismica della nostra penisola. L’impegno dei geologi consente anche di capire la dinamica dei nostri territori e quindi di migliorare la consapevolezza del rischio sismico: garantire una corretta pianificazione urbanistica è il migliore regalo che potremmo fare alle generazioni del domani”. 

Alla presentazione del libro “SISMA dal Friuli 1976 all’Italia di oggi – Il contributo dei Geologi Italiani per la prevenzione” è presente il Presidente della Fondazione del Museo Civico di Rovereto, Giovanni Laezza, che afferma: “Siamo lieti che Rovereto, e in particolare il Workshop di Geofisica organizzato dalla Fondazione Museo Civico che presiedo, sia stato scelto per la prima presentazione nazionale di un volume che sottolinea quanto la conoscenza del territorio possa essere importante per la prevenzione del pericolo sismico. Conoscere, per prevenire. La nostra istituzione è da sempre impegnata nel monitoraggio ambientale e nella divulgazione di tutto quanto possa essere utile alla consapevolezza del pubblico e alla pianificazione di chi gestisce il territorio. A questo scopo, momenti come la presentazione di questo libro e questo Workshop, che dal 2004 unisce nella riflessione e nell’approfondimento gli addetti ai lavori, sono fondamentali”.

Hanno partecipato alla conferenza stampa: la Vicesindaco di Rovereto, Cristina Azzolini, il Vice Presidente della Fondazione Centro Studi CNG, Paolo Spagna, il geologo Mauro Zambotto e l’ingegnere Rosaria Fontana della Protezione civile di Trento e i Presidenti degli Ordini Regionali dei Geologi dell’Emilia Romagna, Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d’Aosta e Veneto. Alla prima presentazione nazionale alla stampa del volume “SISMA dal Friuli 1976 all’Italia di oggi – Il contributo dei Geologi Italiani per la prevenzione”, edito dalla Fondazione Centro Studi del CNG e pubblicato nel mese di luglio 2017, seguiranno altre due tappe: una avrà luogo nell’Italia centrale e l’altra nell’Italia meridionale.

Il 6 maggio del 1976, alle 21:00, un sisma di magnitudo 6.5 della scala Richter colpì il Friuli Venezia Giulia, provocando 990 vittime. Il libro vuole rappresentare il contributo tecnico per la prevenzione sismica fornito dalla categoria dei geologi alle Regioni, agli enti locali, al Parlamento Italiano, e, in particolare, alle comunità colpite nel corso degli ultimi quarant’anni da eventi sismici dalle conseguenze tragiche. La strada auspicabile è quella di una vera e propria cultura della prevenzione sismica sempre più diffusa e approfondita, in grado di indirizzare le politiche di governo del territorio verso l’attuazione di provvedimenti che siano anche capaci di allargare il tema della prevenzione alla complessità dei rischi, quali quelli originati da fenomeni naturali come da attività antropiche.

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