“Ci sono opportunità, che vanno colte, ma per farlo occorrono gli strumenti e bisogna scegliere un modello di sviluppo, che sia strumento di futuro: è una questione soprattutto culturale, perché si deve passare dalla logica dell’emergenza, che azzera gli investimenti sul territorio, a quella della prevenzione.”
A ribadirlo in Sardegna è Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue), intervenuto nel cagliaritano ad un convegno organizzato da Coldiretti.
“In questo quadro – prosegue il DG di ANBI – si collocano i 300 milioni del Piano Irriguo Nazionale, cui vanno aggiunti i 295 milioni del Fondo Sviluppo e Coesione, l’80% dei quali destinati all’Italia meridionale ed insulare; ci sono inoltre i primi 50 milioni stanziati in Legge di Stabilità per il Piano Nazionale Invasi. E’ necessario attrezzarsi per cogliere queste opportunità, ben sapendo che il futuro dell’agricoltura non potrà che essere irriguo, come già testimonia la crescente dipendenza idrica del made in Italy agroalimentare, già oggi pari all’85%. I Consorzi di bonifica, rimasti l’unico ente intermedio legato al territorio, ricoprono un ruolo importante nella programmazione di questo nuovo modello di sviluppo; alle Regioni chiediamo di sfruttarne positivamente le potenzialità, vigilandoli, ma lasciandone esplodere le potenzialità.”