Maltempo, gli esperti: “La neve a marzo è tardiva, ma il record è del 1861”

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Tardiva ma non insolita la nevicata di oggi che rientra nella media degli eventi non frequenti del mese di marzo ma che non supera certo il vero record di nevicate tardive avvenuto il 6 maggio 1861, quando caddero ben 10 centimetri di neve. Gli esperti dell’Osservatorio Geofisico del Dief-Dipartimento di Ingegneria ‘Enzo Ferrari’ di Unimore hanno chiarito così il perimetro del maltempo di oggi, dopo aver misurato precipitazioni per 2 centimetri in tutto di neve, con caratteristica molto bagnata, che comunque è riuscita a imbiancare leggermente il paesaggio e i tetti a Modena.

“La neve a fine marzo -precisa il meteorologo Luca Lombroso di Unimore- non è una novità e non ci stupisce più di tanto, anche se non è molto frequente e quella di oggi è la neve più tardiva caduta a Modena dal 7 aprile 2003, quando cadde 1 cm di neve”.

Più indietro, il database storico di nevicate in possesso dell’Osservatorio Geofisico universitario di Modena, che risale fino al 1830, trova 4 cm di neve il 24 marzo 1998 e, quindi, gli storici 15 cm del 18 aprile 1991. Ancora, nevicò tardi, ovvero dopo la seconda metà di marzo nel 1990, con 2 cm, e il 27 con 9 cm. Andando ancora più a ritroso nel tempo, fine marzo fu imbiancato nel 1977, 1958, 1928 e 1910. Ben 16, invece, le nevicate a fine marzo nel corso del XIX secolo. In particolare nel 1853 vi furono nevicate anche copiose: 20 cm il 20 marzo; 18 cm il 23 e altri 20 cm il 28 marzo. La nevicata più tardiva in assoluto fu però addirittura il 6 maggio 1861 quando caddero 10 cm di neve.

L’esperto Luca Lombroso spiega che “dal punto di vista meteorologico sinottico, l’odierna nevicata è stata causata da una classica ‘depressione tirrenica’ che, nella giornata di domenica 18 marzo, ha determinato piogge in parte consistenti e, quindi, nella notte ha ricevuto il contributo di aria fredda da una saccatura che si è mossa, retrograda, dalle zone polari russo-scandinave al Mediterraneo”.

In più, prosegue il meteorologo di Unimore, “un fenomeno locale che noi dell’osservatorio abbiamo individuato e studiato da tempo, il ‘cold air damming’, ovvero aria fredda intrappolata nei bassi strati, a ridosso dell’Appennino, a cui si è aggiunto un effetto di raffreddamento ulteriore dovuto alle precipitazioni stesse. Insomma, fenomeni complessi che non possono essere banalizzati, come alcuni siti internet hanno riportato, da titoli o annunci ad effetto”.

Guardando alle previsioni dei prossimi giorni, gli esperti di Unimore indicano che anche le prossime giornate resteranno fredde, più tardo-invernali che primaverili, con temperature al di sotto della media stagionale. Possibili brevi gelate tardive nella giornata di mercoledì 21 marzo a seguito di una ‘ritornante da est’ cui si potrebbero accompagnare alcune nevicate lungo l’Appennino, con la zona di precipitazioni che arriverà probabilmente fino alla fascia pedomontana. Al momento i fenomeni non dovrebbero interessare la zona delle città emiliane.

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