Terremoto: avviati più di 200 cantieri in Umbria, 880 nell’area del cratere 

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Sono 880 i cantieri avviati (oltre 200 in Umbria) o già completati nella ricostruzione post terremoto nelle quattro regioni del Centro Italia colpite. Il dato che emerge al 9 marzo scorso dai dati del centro funzionale della Protezione civile dell’Umbria, raggruppa sia la ricostruzione leggera sia pesante e le delocalizzazioni delle attività produttive (in queste ultime non sono pero’ contemplati gli alberghi che si e’ deciso di non delocalizzare).

I contributi finora assegnati tra Abruzzo, Lazio, Marche e Umbria superano gli 80 milioni di euro, di cui circa 67 riservati al recupero degli immobili. Nel dettaglio dei numeri: per quanto riguarda la ricostruzione leggera e pesante le pratiche al momento istruite, vale a dire caricate sui portali degli Uffici speciali per la ricostruzione, sono 2.383 (285 Umbria, 385 Abruzzo, 202 Lazio, 1.511 Marche), mentre i cantieri aperti sono 514 (otto Abruzzo, 16 Lazio, 362 Marche, 128 Umbria) ai quali ne vanno aggiunti 18 completati.

Sempre per quanto attiene alla ricostruzione degli edifici sono in fase di compilazione 1.209 pratiche (227 Abruzzo, 122 Lazio, 646 Marche, 214 Umbria). I numeri delle delocalizzazioni temporanee parlano di 1.202 pratiche istruite (29 Abruzzo, 87 Lazio, 738 Marche, 348 Umbria) e 336 cantieri (15 Abruzzo, 113 Lazio, 132 Marche, 76 Umbria), piu’ 12 completati. Per quanto riguarda i contributi, oltre 15 milioni sono andati all’Umbria, circa 57 alle Marche, due milioni all’Abruzzo e quasi sei al Lazio.

Il responsabile della Prociv Umbria, Alviero Moretti, ha ricordato ai cittadini del cratere sismico due scadenze. “La prima in ordine cronologico – ha detto – e’ quella del 31 marzo, entro questa data vanno compilate e presentate le schede Aedes per definire il danno degli immobili, la seconda e’ quella del 30 aprile, con possibile deroga al 31 luglio 2018, entro cui dovranno essere presentati i progetti per la ricostruzione degli immobili con danni lievi, pena l’esclusione dal contributo. In Umbria – ha concluso Moretti – mancano all’appello ancora 1.800 schede aedes e i tempi stringono”.

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