Aria, l’Arpa: “Attenzione alle emissioni diffuse dalle acciacierie”

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Serve “particolare attenzione agli impatti delle emissioni diffuse di polveri degli stabilimenti di produzione degli acciai speciali”, un ambito “ancora poco conosciuto e difficile da monitorare”. Lo si legge nel report finale del ‘Progetto per la valutazione degli impatti sulla qualita’ dell’aria provocati dagli stabilimenti di produzione dell’acciaio‘, condotto dalle agenzie Arpa di Valle d’Aosta, Umbria e Veneto. In base a un “esercizio di calcolo” il “flusso di massa annuale delle emissioni diffuse di polveri” a Terni (Acciai speciali Terni) e ad Aosta (Cogne acciai speciali) “e’ superiore di oltre un ordine di grandezza rispetto alle emissioni convogliate (ad esempio con camini, ndr)”.

Lo Studio ha riguardato anche le Acciaierie Beltrame e Valbruna di Vicenza: il loro impatto “e’ molto meno evidente rispetto alle altre due citta'” perche’ il centro abitato veneto e’ “ad una distanza sensibilmente maggiore dalla fonte industriale (circa 3 km) rispetto ad Aosta e Terni (500-800 metri)”.

Dallo studio di 63 pagine emerge che “le emissioni delle acciaierie alterano in modo significativo la composizione in metalli sia del PM10 ma soprattutto delle deposizioni”, per le quali si rivela “una contaminazione diffusa dell’area che ospita lo stabilimento anche a livello di centro urbano”.

In particolare, “l’evidenza di impatto sulle deposizioni e’ legato alla ricaduta delle emissioni diffuse di polveri che, a differenza delle emissioni convogliate, non vengono sottoposte a filtrazione e pertanto comprendono anche le frazioni piu’ grossolane del particolato”. Oltre che “su nichel e cromo l’impatto delle emissioni delle acciaierie e’ evidente anche su altri metalli costituenti degli acciai (manganese, molibdeno, ferro) e, anche se in misura minore, sui metalli contaminanti del rottame (arsenico, cadmio, piombo, zinco)”.

Guardando ai singoli stabilimenti, “Terni e’ la citta’ in cui l’impatto delle emissioni dell’acciaieria e’ piu’ elevato rispetto alle altre citta’, come del resto e’ maggiore la produzione della locale acciaieria. In particolare nel sito industriale di massima ricaduta di Terni-Prisciano il valore di nichel nel PM10 (38 ng/m3) e’ sensibilmente superiore al valore obiettivo di 20 ng/m3 previsto dal Dlgs 155/2010″.

Anche “nel caso di Aosta l’impatto delle emissioni dell’acciaieria nel sito di massima ricaduta risulta evidente e le differenze dei valori degli inquinanti rispetto al sito di minima ricaduta sono confrontabili con quanto rilevato a Terni. Tuttavia nel caso di Aosta l’impatto delle emissioni dell’acciaieria e’ di entita’ minore rispetto a Terni e i valori limite e obiettivo di qualita’ dell’aria sono rispettati”.

Infine, a “Vicenza l’impatto dell’acciaieria nel sito industriale-urbano e’ molto meno evidente rispetto alle altre due citta’ e risulta invece di entita’ maggiore l’impatto delle fonti urbane, come emerge dai valori di PM10 dei siti di fondo urbano di Vicenza che sono sensibilmente piu’ elevati rispetto di quelli di Terni e di Aosta”. “Hanno rivelato valori molto bassi” i monitoraggi per le policloro-dibenzo-p-diossine in tutte le tre citta’ e “anche nel caso del benzo(a)pirene non emerge una influenza visibile delle emissioni delle acciaierie. Tale inquinante e’ legato alle emissioni del traffico veicolare e del riscaldamento domestico”.

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