“Nel mondo c’e’ un’epidemia di obesita’, in rapida diffusione, se si pensa che i 500 milioni di obesi registrati negli anni Ottanta oggi sono un miliardo e mezzo, con tutte le patologie che si accompagnano a questo stato“. A lanciare l’allarme – durante il quarto incontro di “Donne che Sanno” dal titolo Sapere su genetica, stili di vita e prevenzione dei tumori promosso da Fondo Mario e Paola Condorelli e da L’Altra Napoli tenutosi ieri presso la Societa’ di Storia Patria (Maschio Angioino) – il prof. Elio Riboli, noto epidemiologo.
”In aggiunta – ha detto – , l’obesita’ si e’ globalizzata: in Medio Oriente e’ grave, ma la stessa gravita’ e’ riscontrata negli Stati Uniti e in sud Africa. Sull’80 per cento delle cause di morte da sovrappeso e obesita’, con patologie connesse, si potrebbe intervenire soltanto modificando gli stili di vita.
Il costo derivante dalla necessita’ di intervenire da parte del Sistema sanitario sono giganteschi: nel 2025 si calcola che saranno pari a due o tre trilioni di dollari annui, in pratica il Pil di 104 nazioni del mondo. Controllo del peso corporeo, attivita’ fisica e una sana alimentazione, oltre alla rinuncia al fumo e ad un uso moderato dell’alcol, restano i pilastri alla base della prevenzione dei tumori”.
Fra i protagonisti dell’appuntamento napoletano, insieme con Riboli, il prof. Salvatore Panico (Universita’ degli Studi Federico II) e il prof. Francesco Perrone dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Napoli. La prevenzione si intreccia con gli stili di vita e alimentazione dei singoli, senza trascurare i fattori genetici. Ma occorre il coinvolgimento della gente.
“La Campania ha due tristi primati – afferma Panico – i fattori legati allo stile di vita che si stanno rapidamente modificando, soprattutto nelle giovani generazioni verso caratteristiche che sfavoriscono lo stato di buona Salute, non a caso la nostra regione ha il record di obesi e inattivi, e una carenza organizzativa per il percorso diagnostico-terapeutico dei pazienti oncologici in alcune aree della Regione che sono la causa di statistiche quali la minore sopravvivenza dei pazienti con tumore in queste aree rispetto ad altre aree italiane”.
“La genetica sicuramente oggi aiuta anche in maniera significativa il trattamento dei tumori – afferma Perrone – dal momento che l’identificazione di alcuni difetti specifici del cancro consente l’applicazione di trattamenti mirati contro cellule tumorali risparmiando quelle sane e riducendo la tossicita’. E’ questo il principio alla base della medicina di precisione o personalizzata che, insieme alla immunoterapia, rappresenta un ottimo filone di progresso”. Differenza di cure tra Nord e Sud? “Assolutamente no – ne’ e’ convinto Perrone -. La qualita’ delle cure al Sud e’ pressoche’ uguale al Nord anche se il Sud spesso soffre di carenze di organizzazione”.