Da scienziati a imprenditori: così si fa nascere una startup 

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Saper indossare il doppiopetto sotto il camice da laboratorio: ecco il segreto per trasformare le proprie idee in una startup. Una “doppia vita non semplice ma intrigante” per un ricercatore universitario, come racconta Marco Rasponi, cofondatore di BiomimX, spinoff del Politecnico di Milano che produce modelli di organi umani in miniatura, i primi in grado di muoversi per testare in modo più realistico i farmaci.

“L’idea – afferma Rasponi – mi è venuta quando lavoravo come assegnista di ricerca al Politecnico nel gruppo di Alberto Redaelli, docente di biomeccanica, insieme alla mia dottoranda Paola Occhetta”. Dopo essere riusciti a far pulsare i primi ‘mini cuori’ coltivati su chip, “abbiamo creduto subito nell’idea: brevettata la tecnologia, abbiamo cominciato a guardarci intorno”.

Mentre nel laboratorio prendeva forma un’altra simulazione in miniatura, quella del ginocchio, nel 2015 e’ arrivata l’esperienza con BioUpper, l’acceleratore di startup “che ci ha insegnato a confrontarci col mercato”. Poi, nel 2016, la vittoria alla Start Cup Lombardia, col premio di 30.000 euro che “ci ha permesso di costituirci come startup innovativa”.

Infine, questa settimana, il sigillo di eccellenza del programma europeo Horizon 2020, e la ricerca di potenziali investitori a ‘BioInItaly Investment Forum & Intesa SanPaolo StartUp Initiative’. “Se ripenso ai progetti che scrivevamo qualche anno fa, provo tenerezza“, ricorda Rasponi. “Avevamo una mentalità ancora troppo accademica, cercavamo di ammiccare al mercato senza l’approccio giusto”. 

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