Catene montuose e oceani conservano la ‘firma’ dell’esistenza dell’antico supercontinente chiamato Pannotia, che rappresentava le terre emerse circa 600 milioni di anni fa, nel periodo Precambriano, e che ha preceduto il piu’ noto supercontinente Pangea. A confermare che Pannotia sia effettivamente esistito, nello studio pubblicato sulla rivista Geological Society of London, e’ il geologo che ne ha sempre sostenuto l’esistenza, Damian Nance, dell’Universita’ americana dell’Ohio, insieme a Brendan Murphy, dell’Universita’ canadese St. Francis Xavier. Secondo i due ricercatori i segni dei profondi sconvolgimenti avvenuti della superficie terrestre, come la formazione di catene montuose, l’apertura di spaccature della crosta terrestre, mutamenti del clima e della chimica degli oceani, sarebbero compatibili con la formazione e la successiva frammentazione di Pannotia.
“Questo supercontinente ha avuto una profonda influenza sulla storia della Terra e sull’evoluzione di oceani, atmosfera e biosfera”, ha osservato Nance. “I cicli di formazione e frattura dei continenti – ha aggiunto – hanno inoltre condizionato il mantello terrestre, influenzando anche il campo magnetico del pianeta”. Per Carlo Doglioni, presidente dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv), “la ricerca conferma come la dinamica terrestre sia un susseguirsi di cicli di allontanamento e riavvicinamento delle placche”.
Ricerche cosi’ indietro nel tempo, ha osservato, sono difficili “perche’ la crosta oceanica piu’ antica ha circa 180-200 milioni di anni”. Sappiamo che il nostro pianeta e’ stato interessato da almeno 7-8 cicli di formazione e disgregazione di supercontinenti e “se confermato, Pannotia sarebbe il penultimo di questi cicli”. Per Doglioni tuttavia l’aspetto importante non e’ l’esistenza o meno di Pannotia, ma “la comprensione del meccanismo che determina il movimento delle placche”.