Temperatura e quantità di neve: prima di una gita di scialpinismo o di una discesa free-ride sono questi i due elementi da studiare nel dettaglio. E’ questo l’unico deterrente per gli incidenti in montagna, secondo Adriano Favre, direttore del Soccorso alpino valdostano, uno dei massimi esperti in Italia di sicurezza in alta quota.
Favre non vuole commentare ciò che è accaduto oggi sotto il colle Chamolè dove hanno perso la vita due scialpinisti travolti da una valanga e altre due persone sono rimaste ferite (“c’e’ un’inchiesta in corso”), ma si limita a suggerire due elementi di valutazione: “La quantità di neve è ancora rilevante sulle nostre montagne e le temperature oggi si sono rivelate un po’ più alte”.
“Ci avviamo verso una fine di stagione molto bella dal punto di vista dell’innevamento – aggiunge la guida alpina – ma bisogna tenere conto di due fattori molto importanti: uno riguarda le quantità di neve e la trasformazione che questa subisce e poi c’e’ il discorso delle temperature che in questo periodo fanno la differenza, bisogna tenerne conto in modo assoluto”.
Non basta dunque il bollettino di pericolo valanghe (che oggi indicava un rischio ‘debole’ e ‘moderato’), ma è necessaria un’analisi più approfondita delle condizioni che lo sciatore troverà in quota: “Il bollettino va sempre letto con attenzione – avverte Favre – poi però bisogna rispettare gli orari, prediligendo il mattino presto. Tutti questi elementi vanno tuttavia valutati nel loro insieme: per esempio, se nella notte non ha gelato è chiaro che anche nelle prime ore del giorno c’è pericolo, bisogna guardare con attenzione tutto l’insieme dei dati”.