Privilegia, Usa, Riduci, Evita. E’ il motto che sintetizza le azioni quotidiane suggerite da Enea per uno stile di vita sostenibile in vista della Giornata Mondiale dell’Ambiente (il prossimo 5 giugno), quest’anno dedicata alla lotta all’inquinamento da plastica.
Obiettivo: #BeatPlasticPollution. – Privilegia oggetti e materiali come tessuti in fibre naturali, acqua del rubinetto, cialde per il caffè compostabili, prodotti con packaging ridotto, biodegradabile o compostabile, prodotti alla spina e ricariche e la raccolta differenziata che favorisce il riciclaggio delle plastiche, la riduzione degli impatti sull’ambiente e la sostenibilità economica. Qualche dato sugli impatti.
Da studi recenti è emerso che per ogni lavaggio in lavatrice si possono scaricare fino a 700mila microfibre, la maggior parte di origine sintetica, che a causa delle dimensioni ridotte non vengono trattenute dagli impianti di depurazione delle acque reflue e si diffondono nell’ambiente. I tessuti realizzati con le fibre naturali rilasciano quantità inferiori di microfibre.
Ogni anno in Italia si consumano 270 litri di acqua minerale procapite, equivalente a 180 bottiglie da 1,5 litri con un impatto ambientale pari a 22 litri di petrolio, 108 litri d’acqua e 23 kg di CO2. Sono 10 miliardi le capsule per il caffè in plastica vendute nel mondo. Solo queste in Italia producono circa 120mila tonnellate di rifiuti all’anno. Secondo studi Enea, oltre il 17% del packaging rinvenuto sulle spiagge italiane è costituto da materiale utilizzato per avvolgere cibo.
Usa contenitori di lunga durata, stoviglie riutilizzabili o biodegradabili, shopper bag riutilizzabili, biodegradabili o compostabili, la simbologia presente sugli oggetti di plastica per riconoscere i diversi materiali. I polimeri più comunemente utilizzati (polipropilene, polietilene, polistirene) per realizzare i contenitori permangono nell’ambiente fino a centinaia di anni.
Se non è possibile utilizzare oggetti di lunga durata come quelli di vetro, è preferibile usare oggetti in materiale biodegradabile o compostabile come i biopolimeri (ad esempio quelli derivati da zuccheri). Il consumo mondiale annuale di sacchetti di polietilene è stimato in 500 miliardi.
Da studi Enea è emerso che la maggior parte dei frammenti di plastica ritrovati in mare, nei laghi e lungo le spiagge derivano dalla degradazione di sacchetti di polietilene i cui frammenti (<2,5 cm) rappresentano il 22% dei rifiuti plastici che invadono le nostre spiagge. La maggior parte di essi viene utilizzata una sola volta e poi gettata via.
Enea invita poi a fare attenzione ai materiali utilizzati per gli imballaggi: si può imparare a riconoscere i diversi materiali polimerici attraverso la simbologia prevista dalla Direttiva 94/62/CE (art. 219 c. 5) che invita i produttori a indicare le caratteristiche dei materiali utilizzati. Sulle confezioni di plastica, il nastro di Moebius (le tre frecce che si rincorrono formando un triangolo) è il simbolo della riciclabilità, mentre i numeri presenti al suo interno (da 1 a 7) indicano il polimero utilizzato secondo un codice prestabilito che, in alcuni casi, è accompagnato anche da sigle. Questo può aiutare nella gestione della plastica a fine vita.
Riduci bottiglie di plastica, prodotti alimentari freschi già confezionati, accendini usa e getta. Da studi Enea, il 74% della plastica rinvenuta nelle acque dei principali laghi italiani è costituita da frammenti spesso riconducibili al packaging e circa il 20% è costituta da Pse. – Evita cotton fioc non biodegradabili, cannucce, prodotti usa e getta in genere come i rasoi (difficilmente riciclabili poiché assemblati con materiali diversi fra loro) e cosmetici con microplastiche (scrub, creme e dentifrici).
I bastoncini per la pulizia delle orecchie gettati nel wc superano gli impianti di depurazione e, attraverso i fiumi, raggiungono il mare. Da una recente ricerca Enea, è emerso che tutte le spiagge italiane sono cosparse di questi bastoncini colorati che si degradano formando microplastiche che rappresentano il 46% degli oggetti rinvenuti. Non solo: lungo le spiagge italiane ne sono stati stimati 100 milioni. Se li mettessimo in fila, raggiungerebbero il centro della Terra. Sempre da studi Enea, le cannucce integre costituiscono l’1,1% dei rifiuti di plastica trovati sui litorali italiani e sono presenti nel 75% delle spiagge monitorate.
“Da tempo l’Enea studia e sviluppa nuove tecnologie e processi per il recupero e il riciclo di materie prime da rifiuti al servizio del Paese; dal 2015, è anche impegnata nell’attività di monitoraggio e caratterizzazione delle plastiche nei mari, nei laghi, nei fiumi e nelle spiagge; inoltre si occupa di analizzare i fragili equilibri degli ecosistemi – sottolinea Roberto Morabito, direttore del dipartimento Sostenibilità dei sistemi produttivi e territoriali Enea – Partendo da queste attività e dall’esperienza pluriennale dei nostri ricercatori, intendiamo favorire comportamenti più compatibili con l’ambiente, riducendo il consumo di plastica ed evitandone l’abuso e l’uso scorretto, senza però ‘criminalizzare’ il materiale in sé”.
“Il vero cambiamento di paradigma sta nell’evitare gli usi impropri della plastica. Ma come ricercatori puntiamo anche a trasformare la plastica da rifiuto disperso nell’ambiente a risorsa per produrre altri oggetti o energia, all’insegna di un’economia circolare”, spiega Loris Pietrelli della divisione Protezione e valorizzazione del territorio e del capitale naturale.